Governo pronto a sostenere Candy, ma per Brugherio ci vuole un piano industriale

Incontro al ministero dello Sviluppo economico. Il Governo finanzierebbe il rilancio della fabbrica di Brugherio: bisogna puntare sull’innovazione
La fiaccolata per la Candy settimana scorsa a Brugherio
La fiaccolata per la Candy settimana scorsa a Brugherio Monica Bonalumi

Il Governo è pronto a finanziare il rilancio di Candy a fronte di un «piano industriale serio». La speranza tra i dipendenti dello stabilimento di Brugherio si è riaccesa giovedì, al termine dell’incontro svoltosi tra i rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico, i sindacati, il sindaco di Brugherio Marco Troiano e il deputato del Pd Roberto Rampi. Il confronto è stato chiesto da istituzioni e parti sociali nel tentativo di scongiurare il licenziamento di 373 dipendenti già dichiarati in esubero e tuttora in contratto di solidarietà.

La missione romana, ammettono molti, ha dato esiti positivi, forse più di quelli sperati prima della partenza.

«Al ministero – afferma Paolo Mancini della Fiom Cgil interna all’azienda – sono stati chiari: sono pronti a spalancare le porte in cambio di una proposta valida, che dimostri la volontà di rilanciare l’attività dal punto di vista dell’innovazione. Nei prossimi giorni convocheranno la proprietà». L’incontro si è svolto a una settimana esatta dalla fiaccolata organizzata dai sindacati giovedì 12 per sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sul futuro dello stabilimento: «Questo dimostra – commenta Mancini – che a volte le mobilitazioni portano buoni risultati». In realtà la chiamata da Roma era già nell’aria: «Abbiamo – precisa Rampi – preparato questo appuntamento molto bene. Lo abbiamo chiesto quando tutti abbiamo avuto il quadro della situazione chiaro: il funzionario del ministero ha confermato che potrebbero esserci diversi filoni di finanziamento adatti al caso Candy, messi in campo anche per altre imprese del settore. La proprietà, ad esempio, potrebbe sfruttare le risorse a disposizione per l’innovazione e la ricerca».

La famiglia Fumagalli, insomma, potrebbe sfruttare le opportunità già concesse a Whirlpool: «Al ministero – prosegue il deputato – sono pronti a confrontarsi sulle cause che, eventualmente, scoraggiano gli investimenti a Brugherio, per capire se la volontà di delocalizzare la produzione di lavatrici all’estero è dovuta all’incidenza del costo del lavoro o ad altri motivi.

La palla, ora, è in mano alla società». Le sue parole sono condivise dal sindaco di Brugherio: «A questo punto – commenta Troiano – serve un passo deciso della proprietà, in termini di chiarezza, rispetto alle scelte future e alla presentazione di un piano industriale capace di concretizzare l’affermazione che “il cuore dell’azienda resterà sempre in Brianza”. Stato e Regione hanno strumenti per dare un futuro al sito di Brugherio. Ora tocca alla famiglia Fumagalli dire qualcosa. Noi, come istituzioni, continueremo a fare la nostra parte, perchè Candy possa mantenere la sua attività nella nostra città».

L’azienda, da noi interpellata ieri, al momento non è interessata a rilasciare alcuna dichiarazione.