Si chiama Book Exchange ed è l’ultima moda virale dei social. È baby o children, a seconda dell’età delle persone coinvolte. E sì, è una catena di Sant’Antonio. Però non chiede soldi e non promette miracoli: regala libri. Una buona idea, un’idea buona col Natale dietro l’angolo.
L’invito arriva via mail, di solito dopo un messaggio esplorativo del genere “ti piacerebbe partecipare a una iniziativa…”. Se la risposta è positiva si entra nel tunnel, perché la gestione non è complicata ma trovare i partecipanti un pochino di più.
In pratica si riceve una mail che riporta nome e indirizzo di due bambini: si tratta di spedire, o far arrivare, un libro – nuovo o usato garantito adatto alla fascia d’età indicata – al primo della lista, far salire il secondo bambino e inserire in seconda posizione un nuovo nome. Poi bisogna trovare altri sei partecipanti, dicono le regole ma poi non è vincolante, rispedire la mail aggiornata e far andare avanti il gioco. Mamme, future mamme, papà, zie, nonne, amiche. Non c’è differenza, basta che la mail viaggi in modo che ogni bambino riceva il suo libro. In teoria, e a rigor di matematica, potrebbe riceverne 36.
La catena arriva dall’estero, ma ha preso subito piede anche in Italia. Su facebook e Twitter l’hashtag #bookexchange genera discussioni tra chi ha partecipato (e contento posta foto di libri ricevuti) e chi smonta il gioco in nome dell’irrealizzabilità del meccanismo piramidale. Però si regala un libro a un bambino. E questo di certo male non può fare.