Da giovedì 13 a domenica 16 ottobre. Gioele Dix apre la stagione della “Grande Prosa” al teatro Manzoni di Monza con la prima nazionale di uno spettacolo che ruota attorno all’idea di paternità. Perduta e ritrovata, ignorata e cercata.
In “Vorrei essere figlio di un uomo felice”, approfondita concretizzazione e riformulazione di un progetto nato con Rai 5, l’attore prende spunto dai primi libri dell’Odissea per indagare una vicenda letteraria e umana fitta di simboli, di possibili interpretazioni, di diverse chiavi di lettura.
«Sono narratore e voce recitante – ha spiegato il comico, a Monza per le prove dall’inizio della settimana – interpreto tutti personaggi. Nei primi libri Ulisse non c’è. È il grande assente. Lontano da casa, perso in labirintici vagabondaggi. Compare invece fin da subito il figlio, Telemaco, un giovane che del padre sa poco o nulla e che per questo decide di mettersi a sua volta in viaggio, per cercarlo. Con la speranza di scoprirsi “figlio di un uomo felice”».
Per poter essere felice a sua volta. Telemaco cerca sé stesso, in un percorso di autoaffermazione e di legittimazione che lo porterà a meritare l’eredità lasciata da quel grande padre: «Quando Ulisse e Telemaco finalmente si incontreranno, l’eroe invecchiato e sfiancato da una guerra inutile abbraccerà commosso il giovane uomo a cui cederà il suo scettro», ha precisato l’attore.
Il tutto in uno stile “alla Dix”, in grado di saper unire l’ironia «più feroce» alla «densità della letteratura greca, una letteratura alta che, tanto nel comico quanto nel tragico, trae spunto dalle cadute e dagli inciampi, da quello che nella vita va male».
Perché il teatro deve smuovere le coscienze: «Non basta che racconti una storia – conclude – per quello ci sono il cinema e la letteratura. Il teatro deve passare attraverso le storie e le persone, e saper mischiare, anche, Itaca a Monza».
Biglietti interi da 15 a 28 euro. Informazioni: teatromanzonimonza.it.