Ci sarà l’arte e ci sarà anche la fotografia nell’autunno di Monza, aggiungendo un capitolo alla recente storia espositiva della città che proprio agli scatti e ai maestri dell’obiettivo ha dedicato molte iniziative: questa volta la protagonista è Vivian Maier, una delle più “improvvise” e celebri esponenti della street photography.
Si tratta della mostra “Vivian Maier. Nelle sue mani”, un progetto a cura di Anne Morin, prodotto e organizzato da ViDi in collaborazione con il Comune di Monza, diChroma photography, John Maloof Collection, Howard Greenberg Gallery di New York e realizzato con la consulenza scientifica di Piero Pozzi: è in programma dall’8 ottobre all’ 8 gennaio all’arengario (con ingressi a 9 e 7 euro).
Il successo della fotografa newyorkese è recente e di fatto successivo alla sua morte, nel 2009, all’età di 83 anni. A promuovere il suo lavoro John Maloof, che aveva scoperto per caso migliaia di negativi della donna acquistati a un’asta, dove erano finiti perché Vivian Maier ormai anziana aveva smesso di pagare l’affitto del box in cui li aveva lasciati. Dopo l’infanzia in Francia, Maier era tornata negli Stati uniti nel 1951 e aveva iniziato a fare la tata: sarebbe stato quello il suo lavoro per tutta la vita. Così come per tutta l’esistenza non sarebbe più mossa senza la sua Rolleiflex e la Leica con cui scattava ovunque e in ogni momento pezzi di vita: «La mostra nasce dal desiderio di rendere omaggio a questa straordinaria artista che mentre era in vita ha realizzato un numero impressionante di fotografie senza farle mai vedere a nessuno, come se volesse conservarle gelosamente per se stessa».
All’arengario sono annunciati un centinaio di scatti – un’altra mostra era stata organizzata a novembre a Milano – in gran parte mai esposti in Italia.