Dieci secoli da storia e duemila chilometri dal Baltico allo Ionio sulle tracce dei Longobardi. Ecco quello che potrebbe diventare il trentesimo itinerario culturale Europeo, insieme al Cammino di Santiago o alla via Francigena. A due anni dall’approvazione della candidatura di Monza, città capofila dell’itinerario insieme all’associazione Longobardia, siamo alle fasi finali.
Il lungo lavoro preparatorio è in un dossier di settecento pagine che proprio oggi l’assessore al marketing territoriale Carlo Abbà porterà in Lussemburgo all’Istituto Europeo degli itinerari culturali, braccio operativo del Consiglio d’Europa. Da domani il dossier sarà nelle mani del comitato dei valutatori che entro febbraio si esprimerà per dare o meno l’imprimatur.
«Siamo fiduciosi- dice il sindaco Roberto Scanagatti- perché abbiamo lavorato bene. Monza da poco ha scoperto la sua vocazione di città turistica, abbiamo capito che avevamo dei gioielli un po’ impolverati che dovevano essere rivalutati per contribuire all’attrattività del territorio». Il legame tra Monza e i Longobardi è noto e proprio la presenza in città del Museo del Duomo, della cappella deli Zavattari con la storia di Teodolinda , la corona Ferrea e i doni di Papa Gregorio Magno sono stati il motore per fare di Monza la prima città europea a proporsi capofila di un Itinerario europeo.
Con Monza ci sono al momento oltre 150 comuni, in tutta Europa che conservano vestigia longobarde, solo in Italia ci sono 184 tra chiese e monasteri e città dal forte legamelcon i longobardi come Pavia, capitale del Regno, Verona, le sedi dei Ducati, dei Gastaldati del Regno d’Italia, i principati del Sud. Entrano a pieno titolo nell’itinerario anche i siti Unesco di “Italia Longobardorum” (Cividale, Brescia, castelseprio, Gornate Olona, Spoleto, campello sul Tritunn, Benevento e Monte sant’Angelo).
«Monza era stata esclusa dal sito seriale Unesco Italia Longobardorum – commenta Franco Gaiani, presidente dell’omonima Fondazione- perché non conserva monumenti di epoca longobarda. È però riuscita con questo itinerario europeo a valorizzare la sua storia e il suo patrimonio».
L’itinerario ha tra gli enti aderenti 15 università tra cui Bicocca , Politecnico di Milano, Università di Salerno, Amburgo Budapest e Vienna; 25 musei come l’Helms di Amburgo, il museo di Storia naturale di Vienna, quello di Cividale del Friuli, dell’arcidiocesi di Salerno e naturalmente il museo del Duomo di Monza.
«I Longobardi sono all’origine della cultura europea- spiega Gian Battista Muzzi, presidente dell’associazione Longobardia- hanno praticato la cultura dell’integrazione, sono sempre stati in grado di fondere la loro cultura con quella dei territori dove approdavano. Per questo sono un grande esempio per l’idea di Europa di oggi».
«L’obiettivo –spiega Abbà- non è solo la valorizzazione di centri più o meno grandi che conservano testimonianze longobarde, ma anche la promozione delle eccellenze naturalistiche, enogastronomiche e produttive di ogni area». Vista l’ampiezza del percorso l’itinerario è stato suddiviso in quattro macro aree in Europa e in cluster più piccoli a livello locale. In Italia sono tappe dell’itinerario le sedi reali di Monza, Pavia e Verona, scelta all’epoca di Alboino.
Ci sono le sedi dei ducati longobardi come Bergamo e Brescia, di Principati nel sud d’Italia come Materia, Benevento, Fondi; i Gastaldati di Seprio (Castelseprio-Gornate Olona, Cairate) e l’area intorno a Sirmione. Particolarmente ricco il cluster turistico di Monza e Brianza che include i comuni che vantano presenze longobarde come Trezzo, Vimercate, Carate e Cornate.