C’è stata un’epoca in cui le definizioni di pubblico e privato hanno confini e la politica – anzi, il politico – era diventata una matrice così permeante da avere inzuppato ogni piega. E Milano era stata al centro di quella trasformazione, in una città che continuava a essere epicentro culturale fondamentale del Paese e in cui anche l’arte non poteva che catalizzare una sensibilità nuova e diffusa.
Sono gli anni raccontati dalla mostra “La parola agli artisti” che da oggi, sabato 24, prosegue al Museo d’arte contemporanea di Lissone fino al 27 novembre (inaugurazione alle 18.30). Curato da Cristina Casero ed Elena Di Raddo, il progetto vuole ricostruire «il mondo dell’arte negli anni della contestazione», capace di sentire «la sua vocazione sociale» e anzi di percepire «tale vocazione come il motore stesso del fare arte».
Cambia il pubblico di riferimento, si innescano processi poi diventati irreversibili di trasformazione dei mezzi che compongono l’arte stessa, gli spazi della produzione artistica sono nuovi. I temi della contestazione – lavoro, ambiente, ruolo della donna – diventano temi del mondo dell’arte.
«Da questo punto di vista, Milano costituisce un luogo privilegiato in quanto è teatro di alcune delle più importanti ricerche dell’arte impegnata» scrive il Mac alla vigilia di una mostra che sarà arricchita anche dalle sezioni su video ed editoria curate da Jennifer Malvezzi e da Bianca Trevisan. I temi della mo-stra verranno affrontati anche nel convegno “Arte Fuori dal-l’Arte. Incontri e scambi fra arti visive e società” il 12 e 13 ottobre all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. In mostra, tra i tanti, Nanni Balestrini, Collettivo Cinema Militante, Amalia Del Ponte, Gianni Bertini, Mercedes Cuman, Gino Gini, Emilio Isgrò, Ugo La Pietra, Enzo Mari, Umberto Mariani, Paola Mattioli, Elio Petri, Sarenco (catalogo Postmediabooks).
Come prassi, non sarà la sola mostra inaugurata oggi al Mac (viale Padania 6 a Lissone). Aprono anche “2501. La macchina, a cura di Davide Giannella”, il quarto volume di “Arc#ive” dedicato a Emilio Scanavino (a cura di Lorenzo Respi e Alberto Zanchetta, direttore del Mac), “Ignazio Gadaleta: punti-pittura+radianti” (a cura di Francesco Tedeschi e Alberto Zanchetta) e infine “Alle origini del Premio Lissone”, anticipando «i festeggiamenti del settantesimo anniversario» e l’imminente nuova edizione: «La Sala Meloni ospita una selezione di opere di proprietà del Comune e della Famiglia Artistica Lissonese che mai prima d’ora erano state esposte al museo».