A un primo sguardo distratto potrebbe sembrare il tratto di Dalì, uno schizzo di Breton, una disegno preparatorio di Magritte o un’opera di Tanguy. D’altra parte l’immaginario su cui ha tracciato gran parte della sua opera è sospeso lì, tra Dada e Surrealismo. Si tratta però di Luca Crippa, l’artista seregnese che alla morte, nel 2002, ha lasciato al suo Comune natale un monumentale corpus di opere che finalmente, negli ultimi anni, l’amministrazione comunale sta restituendo al pubblico.
Lo fa anche domenica 22 gennaio e con un’iniziativa speciale: una mostra di chine su carta che accompagnerà per tutto il giorno (a partire dalle 11) l’inaugurazione del nuovo auditorium di piazza Risorgimento. Sarà il foyer a ospitare ”Luca Crippa, re del bianco e nero”, con 24 carte realizzate tra il 1950 e il 1995, una goccia – ma una goccia importante – fra le 3mila opere in possesso del Comune.
Nei nuovi spazi della cultura seregnese anche due sculture, “Arcivescovo” e “Generale”, in legno intagliato e ferro e un collage del 1968, tecnica mista su laminato, provenienti da collezione privata.