La storia dell’arte alla Villa reale di Monza: da Monet a Bacon nei capolavori della Johannesburg Art Gallery

GUARDA LE FOTO - “Da Monet a Bacon. Capolavoro della Johannesburg Art Gallery”. È la mostra che dal 31 marzo al 30 luglio in Villa reale a Monza mostra uno spaccato dell’arte dalla fine dell’800 a gran parte del ’900.
Monza, mostra ”Da Monet a Bacon” in Villa reale
Monza, mostra ”Da Monet a Bacon” in Villa reale Fabrizio Radaelli

Sarebbe poi arrivata al punto di vendere i suoi gioielli pur di comprare capolavori e arricchire la collezione d’arte che sarebbe presto diventata la Johannesburg art gallery. Sudafrica, primi vent’anni del secolo scorso, l’idea di sir Hugh Lane con un primo nucleo di opere per un progetto che sarebbe presto stato abbracciato da lei, lady Phillips, ovvero Dorothea Sarah Florence Alexandra, per tutti Florence.

Moglie dell’industriale sir Lionel Phillips, decide che anche quello spicchio di mondo debba avere un museo d’arte contemporanea. E allora inizia a comprare opere, vende un gioiello che le era stato regalato dal marito, convince amici e conoscenti a fare donazioni e regalare arte a quella che sarebbe diventata la pinacoteca di Johannesburg. In quella collezione entra di tutto, ma sempre di qualità: i preraffaelliti, gli impressionisti, più tardi le avanguardie e nel frattempo i migliori risultati dell’arte sudafricana.

Nelle sale – Uno spaccato di un secolo di storia dell’arte che ora arriva a Monza, alla Villa reale, dove una (ricca) selezione di opere si prepara a occupare il secondo piano nobile della reggia dal 31 marzo al 2 luglio e poi prorogata fino al 30 luglio per la mostra “Da Monet a Bacon. Capolavori della Johannesburg art gallery”, prodotta da Nuova Villa Reale, Cultura Domani e ViDi, con la collaborazione di ArtGlass e il patrocinio del Comune di Monza,oltre alla media partnership del Cittadino.

Oli, acquerelli, grafiche: un patrimonio trasversale per gusto e per spaccato storico che, nella curatela di Simona Bartolena, legge allo stesso tempo i cambiamenti di gusto e stile dalla fine dell’Ottocento a gran parte del Novecento, racconta la prospettiva sudafricana verso l’arte dell’Occidente, spiega la nascita di un museo. Da Courbet a Corot, da Monet a Degas, da Rossetti a Millais, da Picasso a Bacon, da Lichtenstein a Warhol.

Dopo Pavia – «La mostra era stata proposta a Pavia, ma a Monza saranno presentate molte opere diverse, di grande formato e di grande importanza» racconta la curatrice. «La collezione di Johannesburg si presta a una doppia chiave di lettura. Da una parte l’occasione di vedere arte dai preraffaelliti a Bacon e quindi l’evoluzione storica di gran parte degli ultimi due secoli; dall’altra la possibilità di immergersi nella nascita di un museo e nella vita di chi l’ha creato, lady Phillips, che voleva la sua città avesse un museo importante e ha fatto tutto quanto le è stato possibile per creare una collezione straordinaria».

Da dove – Opere in prevalenza di ambito inglese, un ampio spaccato della Francia impressionista, un occhio di riguardo al mondo artistico sudafricano, «dove convivono due anime – aggiunge Bartolena – Quella del gusto europeo e quella più radicalmente africana». Che corrisponde, per la curatrice, a uno dei quadri di cui innamorarsi, i ballerini di George Pemba che raccontano la danza nei club quando ai neri, in Sudafrica, era proibita. «E poi le opere di tre autori, se occorre scegliere: Courbet, Signac e Boudin».

Oltre le audioguide – Sette opere per sette tappe saranno osservabili in realtà aumentata grazie ad ArtGlass. «Una nuova occasione per proporre idee per vivere la mostra diversamente, cercando di andare oltre le tradizionali audioguide» ha spiegato l’amministratore delegato di Nuova Villa reale spa, Attilio Navarra, che ha presentato il progetto insieme ai rappresentanti di Vidi, di Artkids, al presidente del Consorzio Roberto Scanagatti e al direttore della reggia, Pietro Addis.

L’identità della Villa – «Questa mostra è un’opportunità per continuare a costruire una identità della Villa reale, che non dev’essere solo un contenitore di mostre – ha aggiunto Navarra – Un passo alla volta la stiamo realizzando, ma ci vuole tempo: è stata chiusa per quasi cent’anni. Ma questo è il nostro obiettivo: dare alla reggia monzese una sua precisa identità».

Promuove il progetto Addis, che ha sottolineato come «non sia difficile fare mostre, è difficile fare mostre belle» e questa, ha insistito prima di segnalare un gruppo di opere che «varrebbero da sole il prezzo del biglietto», lo è.

La mostra è aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 19, il venerdì dalle 10 alle 22. Ingressi da 12 a 5 euro, oltre ai cumulativi. Il catalogo è stato realizzato da Skira. Altre info: www.reggiadimonza.it