Il secolo breve nei volti di Guttuso: venti opere al Must di Vimercate

GALLERY Da sabato 28 novembre e fino a febbraio la retrospettiva dedicata all’artista di Bagheria scomparso quasi trent’anni fa: venti ritratti di Renato Guttuso per raccontare il secolo breve al Must di Vimercate. Con la complicità del Cittadino.
Autoritratto di Guttuso
Autoritratto di Guttuso

Il campione italiano della zdhanovcina oppure il protagonista del neorealismo nelle arti figurative? A quasi trent’anni dalla scomparsa di Renato Guttuso il dubbio rimane aperto, in un Paese che non ha ancora saputo fare i conti a sufficienza con le dicotomie fruste del dopoguerra: il pittore di Bagheria era l’autore che meglio ha saputo interpretare una stagione di ritrovato realismo che attraverso il cinema ha riportato l’Italia nel mondo oppure era l’icona del realismo socialista sovietico al di qua della cortina di ferro?

Il dubbio resta se a quelle dicotomie ci si ferma, ma perde di significato se si guarda all’opera di Guttuso in senso stretto. E a questo serve forse la mostra che il Must di Vimercate ha organizzato per l’inverno, dedicata a un capitolo particolare dell’attivista artistica del pittore: i ritratti. Appunto: “Renato Guttuso. I ritratti” è il titolo della mostra che apre il 28 novembre negli spazi di via Vittorio Emanuele II 53 per restare aperta fino al 21 febbraio, con il Cittadino come media partner (mercoledì, giovedì 10-13, venerdì, sabato, domenica 10-13 e 15-19, biglietti a 5 e 3 euro). Venti opere di un artista che “lungo tutta la sua lunga vita artistica non ha mai smesso di dedicare attenzione alla figura umana “ ricorda la presentazione della mostra curata dal direttore del Must, curata da Angelo Marchesi con il coordinamento di Massimo Pesenti per tele che arrivano dall’associazione Enrico Berlinguer di Roma, dal Civico Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Castello di Masnago. dal Comune di Gualtieri, dall’Esposizione Permanente Luca Crippa di Seregno, dalla Fondazione Cariplo e dalla Galleria del Premio Suzzara, dal Museo Civico di Palazzo Mazzetti ad Asti, dal Museo Polironiano di San Benedetto Po,dalla Pinacoteca Comunale di Cesena (FC) e dalla Pinacoteca di Brera.

GUARDA alcune opere

“L’approccio di Guttuso con il modello da ritrarre non è mai banale, si tratti di artisti cui era legato da amicizia e stima, come nel ritratto di Corrado Cagli, di intellettuali con cui condivideva scelte culturali e impegno civile, come nel “ritratto bellico” di Alberto Moravia, di uomini politici di cui ammirava ideali e fede, come nel ritratto di Lenin – scrive la presentazione – . Non diverso è l’approccio con popolani e persone semplici, siano essi contadini o boscaioli, coi quali riusciva a creare da subito empatia”.

Nella tavolozza di Guttuso passano l’eredità delle avanguardie storiche del Novecento e gli sviluppo artistici del secolo breve, restando però ancorato alla figura e senza mai trascendere nelle forme astratta. “Il rapporto profondo con Picasso, non impedì all’artista di allontanarsi negli anni della maturità dal suo tardo cubismo sperimentale per approdare a un marcato ed esuberante realismo, affine ai gusti figurativi del popolo e al suo profondo senso della realtà, ma sempre più pervaso da tensioni espressioniste e da visioni allusive e quasi visionarie del reale. Guttuso continuò a riflettere sui linguaggi della figurazione, quando negli anni Sessanta le sollecitazioni provenienti da Europa e Stati Uniti sembravano aprire alla tradizione del realismo ipotesi nuove dopo la fortuna del precedente decennio informale”.

L’intreccio tra arte e vita, tra arte e politica, in Guttuso è sincero, ricorda la mostra: coerente, anzi, con le sue passioni civili, quelle dell’artista che ha creato il simbolo del Partito comunista italiano nel dopoguerra, “senza censure e senza scendere a compromessi: il suo approccio all’arte restò sostanzialmente il medesimo per tutta la vita”.

“A quasi trent’anni dalla scomparsa, Renato Guttuso non smette di affascinare, catturando l’attenzione di un pubblico ampio ed eterogeneo – scrive Marchesi – in Italia come in Europa si susseguono mostre e studi dedicati ad indagare e far conoscere l’opera straordinaria di uno dei pittori più amati e travolgenti del Novecento italiano”. La mostra è organizzata dal Comune di Vimercate e dal Must e sarà raccolta anche in catalogo. “Un’occasione per avvicinare il pubblico alla conoscenza di un artista straordinario – dice Mariasole Mascia, assessore alla cultura – e stimolare così una riflessione sull’importanza dell’arte come mezzo di lettura e di interpretazione della realtà e come strumento di impegno civile e di trasmissione di idee e valori”.

Ad accompagnare la mostra del Must c’è anche un ricco calendario di eventi collateriali. La prima conferenza è in programma venerdì 11 dicembre alle 21 nell’auditorium della biblioteca (piazza Unità d’Italia a Vimercate) con Simona Bartolena che racconta “Renato Guttuso e gli artisti di Corrente”. Ma come tradizione il museo offre tanta attenzione ai bambini con i laboratori in programma in via Vittorio Emanuele II 53: il primo “BabyMust – esperienze d’arte” per piccolissimi e mamme a cura di “Un po(t) d’art” è “Rosso peperone… gioco con colore” ed è domenica 29 alle 10 e alle 17 (dura un’ora) con una sala monocromatica per bambini da 1 a 3 anni per sperimentare il colore rosso attraverso la sensorialità, provando e riprovando, disfando e rifacendo. Mercoledì 30 alle 10 (un’ora) “Filoteca per mamme in attesa: laboratori… di pancia”: partendo da alcune opere di Guttuso che emanano aria di maternità scopriamo, sorseggiando una tisana, che un filo che si srotola può diventare l’inizio di un legame.

Domenica 3, ancora per bambini da 1 a 3 anni “A, b, c delle emozioni”: un ritratto che ci racconta una piccola storia, un laboratorio esperienziale che aiuta i bambini ad associare colori ed espressioni a stati d’animo ed emozioni. Alle 10 e alle 17, sempre un’ora. Costo di ogni incontro per bambini: 6 euro a partecipante. Prenotazione obbligatoria al numero 039.6659488 e info@museomust.it. Il programma completo anche qui.