Capitale della seta e della buona cucina, Lione ospiterà il 13 giugno la prima partita dell’Italia, in campo contro il Belgio, ai Campionati Europei di calcio. La città, una delle più belle della Francia, costruita alla confluenza dei fiumi Rodano e Saona,vanta venti secoli di storia. Importantissimo centro gallo romano, Lione conserva ancora le vestigia del suo illustre passato.
Nella zona collinare di Fourvière, luogo di fondazione dell’antica Lugdunum nel 43 a. C., vi sono ancora ben conservati un grande teatro, un odeon e i basamenti di un tempio dedicato a Cibele. Dopo gli splendori dell’epoca classica- durante l’impero di Adriano la città contava ben 50.000 abitanti- Lione ha conosciuto un secondo periodo fortunato durante il Rinascimento grazie alle fiere e alla filatura della seta.
E proprio ai piedi di Fourvière sorge la vecchia Lione, una concentrazione di ricche dimore e di palazzi che si affacciano sulle stradine di un quartiere che tra il 1400 e il 1600 fu teatro di una vita intensa e vivace sia a livello economico che intellettuale. Tipici della vecchia Lione-ma anche dei quartieri della Croix Rousse e di Mercière –Saint-Antoine -sono dei passaggi pedonali coperti quasi segreti, saliscendi che sbucano in modo ingannevole in vie e piazze, detti traboules, un’espressione tipicamente lionese che deriva, però, dal latino trans ambulare (attraversare).
Il loro utilizzo ha segnato la storia locale, dalla rivolta dei canuts, i tessitori della seta costretti a subire la concorrenza delle nuove macchine, nel XIX secolo, alla resistenza nella Seconda Guerra Mondiale quando i partigiani depistavano i tedeschi in quei meandri labirintici. I traboules sono più di cinquecento ma non tutti sono aperti al pubblico. Il cuore della città, sede del municipio e della più grande piazza (Place Bellecour) è la Presqu’ile , la penisola attraversata da eleganti strade ricche di negozi eleganti e di ristoranti, molti dei quali recensiti dalle migliori guide gastronomiche. Lione è il regno dello chef pluristellato Paul Bocuse, tre stelle Michelin da più di trent’anni.
Ma accanto alla cucina pluridecorata vi è quella più semplice e casalinga che si gusta nei bouchons, i tipici ristoranti lionesi, ambienti familiari e un po’ spartani, dove i sapori sono ancora genuini e le ricette si tramandano di generazione in generazione da tempo immemorabile.