«Nico, ma dove sei stato ieri sera? Quando sono arrivato ed ho visto che eri solo a quota 2 punti mi sono preoccupato». La frase è di Ale, cuoco di una trattoria poco fuori Biella. Nico è Niccolò De Vico, monzese dell’Angelico Biella, che effettivamente domenica a metà gara del derby di A2 (girone Ovest) contro Casale, sul punteggio di 37 pari, era “solo” a quota 2 punti segnati. Poi, però, è arrivato il terzo quarto, aperto da un 19-3 con 13 punti segnati dallo stesso ex Forti e Liberi, con penetrazioni, schiacciate, ed anche una tripla. Partita in cassaforte, finirà 80-61, quarta vittoria nelle ultime 5 gare dopo un avvio molto difficile. In 7 anni di Biella, per la ventunenne guardia, è forse il momento più difficile. «Però quando ne esci, ti senti più forte» spiega Niccolò. «Siamo a 4 punti dalla zona playoff, ma anche a 4 dalla zona retrocessione: non voglio neanche pensare di arrivare a giocarmi la salvezza alle ultime giornate, non lo merita la piazza, la società, i tifosi».
Nella crescita di Biella c’è anche la crescita, continua, di De Vico, tanto che 10 giorni fa è arrivata la chiamata per l’All Star Game. «Mi ha fatto molto piacere essere selezionato dal coach Giovanni Perdichizzi» spiega, «quando ho visto i quintetti scelti dai tifosi, mi son detto che avrei potuto esserci anch’io». De Vico ha anche partecipato alla gara del tiro da 3, arrivando nel primo turno a pari merito con i due finalisti (Spissu, poi vincitore, e Candi). «È stato bello esserci» racconta, «c’erano tanti tifosi, tanti addetti ai lavori. La partita ha meno agonismo di un allenamento, ma sono contento di aver vissuto l’evento».
Anche questa chiamata una dimostrazione dei miglioramenti del giocatore, oggi, ad esempio, miglior tiratore di liberi della serie A2 con il 96%. Soprattutto, però, la sensazione di essersi ripartiti dopo un pessimo avvio: «Ora voglio pensare a far bene in campionato, voglio arrivare ai playoff. Per il futuro si vedrà: nelle ultime due estati ho avuto qualche richiesta, anche dalla A1, ma a Biella si sta bene». E nel futuro di De Vico potrebbe esserci ancora una volta la Nazionale Sperimentale: «Perché no», spiega. «Non so quali siano i programmi, ma la Nazionale fa molto piacere. L’estate scorsa ero infortunato e non andai in Cina, spero adesso possa andare diversamente. L’estate con l’Italia è impegnativa, ma anche un onore».
Ma in mezzo a tutti questi impegni e queste pressioni è ancora bello giocare a basket per lavoro? «Io mi alzo e vado a tirare un pallone a canestro. Mio padre si alza alle sei del mattino per prendere un treno ed andare in ufficio. Non può non piacermi quello che faccio».