Il pavimento pelvico è una parte del corpo che per la maggior parte delle persone rimane quasi sconosciuta finché non si manifestano disturbi a esso associati. Negli ultimi anni le disfunzioni del pavimento pelvico sono state oggetto di crescente attenzione da parte del mondo medico, che cerca di identificare le migliori condotte diagnostico-terapeutiche per prevenire e curare i sintomi correlati, nella loro specificità femminile e maschile.
A questo proposito si è tenuto, presso l’auditorium del CAM di Monza un convegno che ha dato illuminanti indicazioni. Per capire l’entità dell’argomento serve una premessa. Quando i muscoli del pavimento pelvico si indeboliscono non svolgono più la funzione di sostegno degli organi pelvici quali utero, vescica e intestino. E cominciano i guai.
“La perdita della funzione di sostegno da parte delle strutture del pavimento pelvico provoca il prolasso degli organi pelvici con ripercussioni importanti sulla loro funzione – ha spiegato Nadia Bernocchi, specialista in ostetricia e gtinecologia al CAM -; senso di protrusione vaginale e di peso in zona genitoanale e al basso ventre sono i sintomi più frequenti di questa patologia che porta a disturbi specifici come perdita involontaria di urina, urgenza a urinare, dolore perineale, dolore durante i rapporti, stipsi”.
La specialista ha poi messo in luce le principali cause che contribuiscono all’insorgenza del problema. “Gravidanze, parto naturale, l’aumento cronico della pressione addominale, le modificazioni ormonali della menopausa, interventi chirurgici sulla pelvi oltre che il prolasso congenito degli organi pelvici contribuiscono al logoramento delle strutture del pavimento pelvico ed alla conseguente perdita delle funzioni che esso svolge” .
Silvia Confalonieri, specialista in urologia, dirigente medico dell’azienda ospedaliera Desio- Vimercate, presidio di Desio, ha focalizzato il suo intervento sulla tematica, per ciò che concerne il sesso maschile e sulla riabilitazione dopo chirurgia per patologia prostatica. “La consapevolezza del problema è la prima arma per avviare un percorso riabilitativo che possa garantire al paziente un recupero della qualità di vita ottimale”. Infatti, i sintomi legati al prolasso del pavimento pelvico incidono fortemente sul vissuto quotidiano dell’individuo e,spesso sono fonte di imbarazzo, frustrazione, alterazione dei rapporti familiari e sociali e isolamento sociale.
Attualmente si presentano al paziente diverse opzioni per correggere e migliorare il problema, tra le quali la ginnastica riabilitativa pelviperineale, che a tutt’oggi è considerata la prima scelta terapeutica nella gestione della spiacevole sintomatologia correlata. Valentina Ledonne fisioterapista del CAM ha illustrato il ruolo della riabilitazione sottolineando che “Oggi esistono diversi tecniche chinesiterapiche, come gli esercizi di Kegel, e strumentazioni specifiche che consentono di correggere le disfunzioni del pavimento pelvico sia maschile che femminile”.