La scorsa settimana si erano incatenati davanti all’azienda, lunedì sera sono stati licenziati. Sono i 19 lavoratori Alcatel per cui fino all’ultimo a Vimercate sindacati e istituzioni hanno cercato di trovare un’intesa per salvare il posto di lavoro.
Il 5 ottobre, al ministero del Lavoro, l’azienda ha detto no alla proposta di sindacati, ministero e Regione Lombardia di prolungare la cassa integrazione e ha deciso di chiudere il rapporto con i dipendenti, tra cui risultano anche tre delegati sindacali Fim Cisl.
«L’amministratore delegato di Alcatel Italia è venuto al ministero, ma più per cortesia istituzionale dato che ha tenuto ferma la sua posizione, anche davanti al sottosegretario – commenta Gigi Redaelli della Fim Cisl in un comunicato – Il futuro per i diciannove lavoratori e delle loro famiglie ora si annuncia più buio che mai. Ma come sindacato e lavoratori, non c’è nessuna intenzione di mollare, sicuramente ci saranno vertenze legali individuali come prevedono le norme per impugnare questi licenziamenti. Come Fim, stiamo valutando se ci sono le condizioni per un ricorso per comportamento antisindacale nei confronti dell’azienda. La politica, può e deve fare ancora di più, nei confronti di una azienda che ha utilizzato e chiederà di utilizzare risorse pubbliche».
E poi: «Il presidente del consiglio, Matteo Renzi il 6 novembre 2014 a Vimercate affiancato all’amministratore delegato di Alcatel Lucent Italia Loiola, aveva enfatizzato le potenzialità di questa azienda, che forse ci sono ma che non possono passare sulla testa di 19 persone che vengono buttate fuori».