Lo sciopero permanente è scattato martedì scorso: anche la notte a presidiare l’azienda, con i fuochi accesi per scaldarsi e le bandiere dei sindacati in bella vista. L’agitazione è alta alla K-Flex di via da Vinci, colosso internazionale nella produzione di gomme isolanti che soltanto nel sito di Roncello (headquarter) conta 250 dipendenti. «Il timore che abbiamo è che tutta la produzione venga delocalizzata – spiega Matteo Moretti della Filctem Cgil, che segue i lavoratori assieme a Domenico Frustagli della Femca Cisl – L’unica informazione certa che siamo riusciti a ottenere è che l’azienda vuole lasciare la sede di Roncello nel 2017».
Di novità non ne sono emerse neppure giovedì, al tavolo convocato in Assolombarda alla presenza dei sindacalisti, delle Rsu e dei rappresentanti della proprietà (famiglia Spinelli). Grande assente, l’amministratore delegato dell’azienda. «Il presidente ha cercato di rassicurare dicendo che vuole rimanere in Italia, ma non ci sono le condizioni per ritenere credibile questa affermazione» prosegue Moretti. Così lo sciopero dei lavoratori è proseguito.
«Abbiamo una sola domanda ed è esplicita: come fa una multinazionale come la K-Flex, con più di 2mila dipendenti nel mondo, a non avere un piano industriale nel cassetto?» osserva la componente sindacale dei lavoratori (Enrico Ferrario, Francesco Percivalle, Francesco Campanella e Natale Pollara). Che prosegue: «Vogliamo mantenere i posti di lavoro in uno stabilimento in Brianza». E intanto dalla folla raggruppata fuori dai cancelli dell’azienda «noi chiediamo solo di lavorare – dice qualcuno -. E vogliamo chiarezza». Finché quest’ultima non arriverà, «proseguiremo con lo sciopero. Stiamo qui fino a quando la proprietà non ci dirà quale sarà il nostro futuro» ha proseguito la Rsu.
Quello in corso non è l’unico blocco delle attività promosso di recente: l’ultimo è stato il 28 dicembre, quando i dipendenti hanno scoperto che «mentre in tantissimi eravamo in ferie, hanno smantellato una macchina per mandarla in Polonia». A rassicurare non è neppure l’ipotetica fruizione del vecchio stabile della K-Flex (quello in cui l’azienda è rimasta fino al 2008, di fronte al cimitero): risistemato lo scorso anno, oggi è adibito a magazzino ma «in base al nuovo Pgt (Piano di governo del territorio) non può avere destinazione produttiva» spiega Frustagli.
La proprietà dell’azienda, contattata dalla nostra redazione telefonicamente più volte, non ha commentato la vicenda.