La crisi K-Flex di Roncello: firmato l’accordo a Monza

VIDEO Le interviste - Si è chiusa lunedì 15 maggio con l’accettazione della proposta di mediazione e incentivazione economica (circa 42mila euro lordi a testa) la vicenda della K-Flex di Roncello che ha licenziato 187 lavoratori. I commenti e le interviste al tribunale di Monza.
kflex
kflex Signorini Federica

Si è chiusa con una proposta di mediazione e incentivazione economica (circa 42mila euro lordi a testa) la vicenda della K-Flex di Roncello. L’udienza del 15 maggio presso il Tribunale di Monza ha registrato l’accettazione, da parte dei lavoratori, della proposta di conciliazione avanzata dal Giudice del lavoro per evitare di arrivare a sentenza. La causa era quella per procedimento antisindacale con cui Cisl e Cgil avevano portato la multinazionale nelle aule di giustizia.


LEGGI Tutte le notizie sulla crisi della K-Flex

«Il posto di lavoro è perso, quantomeno siamo riusciti a portare a casa un accordo che lascia l’amaro in bocca ma chiude la partita con un impegno economico importante e superiore a quanto era stato proposto. Il dato di fatto è che l’azienda ha voluto continuare nella sua partita per la delocalizzaiozne», ha commentato Elisa Schiadà, segretario generale Filctem Cgil Mb.

Un dato di fatto su cui i sindacati intendono continuare a combattere: «Dobbiamo misurare la politica su modifica delle norme che permettono di percepire soldi pubblici e permettono di andare all’estero a fare investimenti», ha detto fuori dal tribunale Massimo Ferni della Femca Cisl.

Per l’occasione ha parlato anche la proprietà. «Siamo giunti ad un accordo e questo è positivo per tutti. Ringraziamo il Tribunale di Monza per il lavoro di mediazione compiuto – scrive la K-Flex in un comunicato riprendendo quanto già espresso all’esterno dell’aula da Marta Spinelli – Questo accordo giunge dopo 110 giorni ma potevamo concluderlo anche prima se sulla vicenda non fossero intervenute strumentalizzazioni esterne e se alcuni dei rappresentanti dei nostri diretti interlocutori avessero dimostrato maggior senso di responsabilità. Fin dal primo giorno abbiamo dato la disponibilità a discutere di incentivi economici e politiche sociali e con la stessa disponibilità abbiamo aderito al maggior impegno economico richiesto dal giudice che resta comunque distante dalla posizione irricevibile delle organizzazioni sindacali. L’accordo conferma che il nostro piano di ristrutturazione è motivato e legittimo e resta totalmente invariato rispetto a quanto annunciato 110 giorni fa. Come hanno chiaramente dichiarato le stesse istituzioni, non si tratta di delocalizzazione ma di una riorganizzazione e cessazione di attività dell’unità produttiva».

Il gruppo K-Flex, “composto da 27 società indipendenti” specifica la proprietà, aveva annunciato la chiusura del sito produttivo di Roncello in quanto anti-economico.

«K-Flex rimane in Italia con una importante sezione di ricerca e sviluppo e con un centro logistico/distributivo unitamente a varie funzioni di marketing, ricerca e vendita che occuperanno oltre 60 lavoratori. In questi mesi sono state compiute scorrettezze e prevaricazioni e chi si è reso responsabile di atti illeciti ne risponderà personalmente. Da martedì riprenderemo le attività presso la sede di Roncello», conclude il comunicato.

Dopo 113 giorni di sciopero e di presidio permanente fuori dall’azienda, la lotta dei 187 lavoratori per mantenere i propri posti di lavoro, nonché per combattere la delocalizzazione di un’azienda in utile, si è chiusa con una monetizzazione. E con la solitudine dei lavoratori, che politica e istituzioni – dopo dichiarazioni indignate di ogni partito – hanno lasciato senza risposte concrete.