Pronostico rispettato, con agenda prenotata entro la fine del mese: è fissato per mercoledì 27 aprile, presso il ministero dello Sviluppo economico, il primo incontro tra Nokia e sindacati per avviare il confronto sul piano di riorganizzazione annunciato la scorsa settimana dal capo della società Rajiv Suri La ricetta finlandese per ottimizzare l’acquisizione di Alcatel Lucent passa da un taglio di quasi 4mila posti di lavoro in Europa entro il 2018, pari a una stima di 219 esuberi in Italia, circa la metà dei quali nel sito vimercatese dell’ex gruppo franco-americano.
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Di questo, e del futuro assetto del gruppo in Italia, si comincerà a parlare a fine mese a Roma, un passaggio che in realtà i sindacati chiedevano da mesi perché il governo potesse presidiare fin dall’inizio e nella maniera più incisiva un’operazione di fusione con un elevato rischio di riduzione occupazionale e con importanti risvolti industriali in un settore delicato e strategico per il Paese come quello delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
In questi giorni, intanto, sono partite le assemblee dei lavoratori nelle sedi italiane di Nokia e di Alcatel Lucent. A cominciare da Vimercate e da Cassina de Pecchi: «In questa fase stiamo approfondendo i dettagli di questo piano di riorganizzazione, anche al fine di comprendere dove si prospettano le maggiori concentrazioni di esuberi – riferisce Umberto Cignoli, delegato sindacale Fiom e componente del comitato aziendale europeo di Alcatel Lucent-. Certamente il sito di Vimercate appare molto impattato».
I conteggi, in questo caso, sono immediati. Dei 219 tagli previsti su scala nazionale, 100 sono sui 400 ex dipendenti Nokia e 119 sui 1.080 ex Alcatel Lucent, in gran parte concentrati a Vimercate.
La fusione tra le due realtà comporta inevitabili sovrapposizioni di strutture e di attività e l’esigenza di razionalizzare i costi; a tutto ciò, si somma anche la volontà di Nokia di procedere con la centralizzazione di alcune funzioni primarie e con la loro delocalizzazione, fattore che genera un aggravio di esuberi.
È uno scenario che le organizzazioni sindacali si riservano di approfondire in sede governativa mentre già da ora sono al vaglio dei lavoratori e dei loro rappresentanti le eventuali azioni di mobilitazione da intraprendere nei prossimi giorni, prima dell’incontro del 27 aprile. Una delle opzioni in campo potrebbe essere inserire la protesta nell’ambito dello sciopero unitario nazionale indetto dai metalmeccanici per il 20 aprile, con ampliamento da quattro a otto ore.