Alla vigilia dell’incontro al Ministero per lo sviluppo economico, in programma venerdì 3 marzo, e dopo una serata ad alta tensione a Roncello, tornano a parlare i vertici della K-Flex. E il dito è puntato sui finanziamenti pubblici che l’azienda avrebbe ricevuto e investito all’estero, secondo la denuncia dei lavoratori, per tornare a dire che i prestiti sono stati investiti “interamente in Italia”, che “non è in atto una delocalizzazione” e che esiste uno “squilibrio tra domanda del mercato italiano e capacità produttiva dell’impianto di Roncello”, gravato anche da problematiche strutturali.
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La K-Flex nelle scorse settimane aveva annunciato 187 licenziamenti e i lavoratori sono in presidio permanente davanti al sito di via Da Vinci dal 24 gennaio.
“K-Flex – si legge in un comunicato – conferma di aver ottenuto un prestito con fondi pubblici che ammonta a circa 7 milioni di euro sotto forma di finanziamento agevolato (in parte già restituito) e poco meno di 700 mila euro come contributo a fondo perso. Tali finanziamenti sono stati richiesti ed erogati regolarmente nel corso degli anni, in seguito alla partecipazione di K-Flex a bandi pubblici indetti sul territorio italiano per progetti che sono stati approvati, verificati e rendicontati come da riscontrabile documentazione. L’erogazione del prestito, secondo quanto previsto dal bando, non sarebbe stata possibile senza l’effettiva verifica della destinazione di impiego dello stesso. L’importo complessivo è stato quindi interamente investito in Italia esclusivamente in “ricerca e sviluppo” e non poteva essere utilizzato ad altri scopi quali, ad esempio, la messa in sicurezza dell’edificio né poteva andare a modificare la situazione generale di mercato. K-Flex ribadisce pertanto che la riorganizzazione in corso non è conseguenza di alcun tentativo di delocalizzazione. Lo squilibrio tra la domanda del mercato italiano e la capacità produttiva dell’impianto di Roncello, l’aggravamento e mancata risoluzione delle gravi problematiche strutturali dell’edificio di Via Leonardo da Vinci, tali da compromettere la sicurezza dello stabile sede della società e della produzione, rendono impraticabile potervi proseguire l’attività e anti-economico il mantenimento in essere del sito”.
I vertici K-Flex fanno sapere di avere intenzione di partecipare all’incontro con il Mise confermando “la volontà e la disponibilità al dialogo responsabile con le rappresentanze sindacali e le istituzioni”.