Sciopero alla Candy di Brugherio lunedì mattina, con mobilitazione dei lavoratori davanti ai cancelli della fabbrica. L’ultimo incontro al ministero con il Ceo Beppe Fumagalli non ha lasciato intravedere spiragli di salvezza per quei 300 esuberi annunciati dall’azienda. Così ha riferito la Fiom Cgil, presente con la Cisl a Roma giovedì mattina.
Lunedì 11 luglio si sono svolte le assemblee dei lavoratori ed è partita immediatamente la prima manifestazione di protesta. Oltre un centinaio di dipendenti ha organizzato un corteo che ha bloccato ripetutamente la rotonda della zona industriale di Brugherio, creando non pochi problemi al traffico. Sono intervenuti i Carabinieri per liberare l’incrocio che, però, è stato poi nuovamente occupato dai manifestanti.
La scorsa settimana Fumagalli aveva fornito dati di vendita positivi (quello appena trascorso pare sia stato il migliore semestre di sempre), ma ha confermato l’intenzione di ridurre l’organico di Brugherio: «L’aumento dei pezzi venduti sarà supportato dallo stabilimento russo e da quello cinese – hanno spiegato al Cittadino dalla Fiom- Niente di positivo quindi per l’Italia e Brugherio, dove i lavoratori continuano a fare tre mezze giornate a settimana in regime di contratto di solidarietà».
Gli esuberi dunque restano 300. Il caso è già all’attenzione delle istituzioni, coinvolte a più livelli nel dialogo tra le parti. All’indomani dell’appuntamento al Mise però le prospettive occupazionali non sono cambiate: Candy intende abbassare i volumi produttivi a 320mila macchine all’anno contro i 600 mila pezzi di un decennio fa e i 450mila di 3 anni fa. Attualmente nello stabilimento di Brugherio si continua a operare secondo le indicazioni della società di consulenza ingaggiata dalla proprietà per ridurre i costi: meno linee, meno gamma e più produttività. La linea pilota è settata sulle 60 macchine al giorno contro le 46 di prima e per settembre le linee potrebbero scendere da 8 a 4, tutte con i nuovi livelli di produttività. L’incremento di produttività e i positivi dati di vendita da questo punto di vista non paiono alterare i piani della dirigenza.
Candy ha chiuso il 2015 con un fatturato consolidato pari a 952.3 milioni di euro, in crescita rispetto al 2014 del +12,4 per cento. In aumento è anche la quota di mercato, che segna un più 1,1 per cento nel grande elettrodomestico in Europa. Giovedì Fumagalli ha spiegato che tutte le tre divisioni (lavaggio, built in e piccolo elettrodomestico) hanno un segno più a due cifre e in previsione ci sono quasi 20 milioni di investimenti su ricerca e sviluppo.
La delegazione ha ribadito la necessità di accompagnare questi investimenti con un aumento dei volumi che consenta, in prospettiva, di azzerare gli esuberi. Fiom dichiara: «In un momento di espansione sul mercato di Candy è inaccettabile non intervenire da subito sull’aumento dei volumi prodotti a Brugherio». Al Ministero è stato chiesto di sostenere un piano industriale che consenta di gestire positivamente il problema occupazionale.