Un concerto benefico a Lissone Note solidali a Palazzo Terragni

Ci sono momenti in cui il destino o la Provvidenza mettono insieme storie di uomini e donne, del passato, del presente, di altri mondi e di diverse culture, in modo magico. È successo anche venerdì sera, a palazzo Terragni, con il concerto gospel dei Sweet Blues, invitati dall’associazione Mamme di Lissone.

Ci sono momenti in cui il destino o la Provvidenza (secondo le convinzioni personali) mettono insieme storie di uomini e donne, del passato, del presente, di altri mondi e di diverse culture, in modo magico. È successo anche venerdì sera, a palazzo Terragni, con il concerto gospel dei Sweet Blues, invitati dall’associazione Mamme di Lissone, pro raccolta fondi per la Cornelia de Lange, movimento internazionale che supporta i bambini affetti da questa malformazione genetica. «I canti gospel e spiritual nascono dalla sofferenza, ma portano alla speranza, espressa con tanta gioia» così spiegava il maestro Graziano Defilippi, uno che non si vergogna di comunicare la propria fede in Cristo «Fede che – dice – nasce molto prima della passione per la musica dei neri d’America, proviene dalla frequentazione dell’oratorio, dall’aver fatto il chierichetto …».

La vita dei bambini con la sindrome di Cornelia e delle loro famiglie non è certo facile «Per questo raccogliamo fondi che possano garantire una settimana di fisioterapia intensiva ad ogni bambino – ha detto Grazia Ruzza, anima del gruppo Mamme – Una delle difficoltà più grandi è la parola, il concerto si intitola Diamo voce ai bambini della Cornelia, mettiamo le nostre capacità al loro servizio» e il pubblico è stato piacevolmente coinvolto, più volte, nel battere le mani a ritmo o fare coro in uno scatenato Oh Happy Day. Mamme di Lissone, Sweet Blues e tanti altri enti o esercizi commerciali che si adoperano per la De Lange, sono un momento di gioia per chi sta nella fatica di ogni giorno (come nei campi di cotone). Per una volta, in queste sere dedicate al bicentenario di Verdi, il fiume Giordano non è stato solo un ricordo di patria perduta, ma è diventato il simbolo della rinascita ad una vita nuova, più solidale, più attenta.