Una complicazione matematica. D’accordo. Forse più apparente che reale, per gli specialisti, cioè i musicisti veri. Quindi la sfida è aperta. Ed è lanciata da Renato Ornaghi, che ha deciso di cambiare traiettoria all’estate del 2015 e mettere sul tavolo una partita da pentagramma: chi ha voglia di fare musica con la sezione aurea? “Il concetto di base è molto semplice – dice – introdurre il numero della sezione aurea in una scala musicale”. Un pezzo di rivoluzione in più dopo quella tonale di Schönberg, mica roba da poco, ma in fondo la storia della cultura è fatta per muoversi per fratture e ricomposizioni.
E allora: la musica “aurea” è quella che va cercando Renato Ornaghi, uno che di musica ne pratica (soprattutto per cercare di rendere in lengua mader, quella della sua amata Brianza, la musica internazionale), che si è inventato il Cammino di Sant’Agostino, che cerca da sempre con curiosità di tradurre gli spigoli più spigolosi del territorio in cultura. Questa volta fa un passo più in là. E dice, a margine di un lungo capitolo musicale che vi proponiamo sul nostro sito: “Questa non vuole (né può) essere una conclusione. Ci si può però almeno auspicare che, per i musicisti intrigati o anche solo incuriositi, esse siano almeno un buon punto di partenza su cui riflettere. Per poi magari, sperabilmente, scriverci musica. Sarebbe splendido trovare compositori che scrivano musica usando la scala aurea. La costruzione di questa scala, grazie ai moderni strumenti elettronici di sequencing disponibili in un qualsiasi software musicale (Cubase, Sonar, ecc.) è relativamente semplice”.
Insomma: per chi ne sa non c’è che da provarci. “Esisterà un compositore così generoso e coraggioso da cimentarsi a esplorare e soprattutto farci conoscere questa scala musicale proponendocene una sinfonia, o almeno una piccola suite? Io, assai ottimisticamente, lo spero. E come diceva Manzoni nei suoi Promessi Sposi: “Giova sperare, caro il mio Renzo””.
Il punto di partenza è un articolo che vi proponiamo sul nostro sito internet e rappresenta l’architrave dalla musica “aurea”. “Se qualcuno, leggendo questo articolo, volesse essere tanto gentile da segnalarlo ad amici musicisti, compositori e non, gliene sarò sinceramente grato – dice Ornaghi -. Chi poi volesse ulteriori chiarimenti o precisazioni, può tranquillamente farlo per il tramite del Cittadino. E buona musica aurea!”. L’invito di Ornaghi inizia così, poi basta recuperare l’allegato con la spiegazione e chi infine volesse contattare l’ideatore, non dovrà fare altro che scrivere a noi.
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AAA. Ovvero: compositore sperimentale brianzolo cercasi. Dalle pagine online del Cittadino questo – più che un articolo – è un “invito creativo” rivolto ai musicisti più originali e anticonformisti, smaniosi di uscire dagli schemi noti e cimentarsi in una sperimentazione dai confini tutti da esplorare, con il marchio dell’assoluta novità. Un invito a compositori (non ancora necessariamente diplomati, perché qui fa premio la voglia di esplorare e più si è giovani e meglio è) che vogliano cimentarsi a scrivere musica utilizzando una scala musicale del tutto nuova, che ho battezzato Scala Aurea, o altrimenti detta φ-tonale.
Ovviamente, occorre innanzitutto rispondere alla domanda: che cos’è la scala musicale aurea, o φ-tonale?
Con la scala aurea, la matematica ha tanto a che fare. Il simbolo φ (lettera greca, letta fi) è la cosiddetta sezione aurea (il “numero” universale per antonomasia, basato sulla serie numerica di Fibonacci e alla base di innumerevoli fenomeni fisici e biologici naturali, nonchè contenuto in numerosi e celebri capolavori dell’arte e dell’architettura). φ è forse il numero irrazionale che, insieme al numero π, più ha influenzato – nei secoli – l’arte e la cultura umana. Anche la Brianza ha ospitato tantissimi artisti che con la sezione aurea hanno avuto a che fare; tra i tanti, il genio di Leonardo da Vinci e – più vicino a noi nel tempo e nello spazio – l’architetto di Meda Giuseppe Terragni. Chiamato anche costante di Fidia, divina proporzione o rapporto aureo, il numero φ come si è detto è irrazionale (cioè non riconducibile a un rapporto tra numeri interi). Questa è la formula matematica che determina il valore irrazionale di φ (…).