Facile: Marc Chagall è quella cosa lì. Un sogno fatto di colori sognanti. Un violinista sul tetto. Qualcosa che appartiene alla sfera onirica che pulsa al ritmo dei blu, dei gialli e dei rossi. Ma non è tutto lì. Anzi. Lo racconta lo stesso artista russo nella citazione messa in esergo alla mostra che Monza si prepara a ospitare: c’era il colore, nella sua vita, ma se non fosse arrivata anche l’incisione, qualcosa sarebbe mancato.
E allora eccole, le sue incisioni, raccolte in una mostra che occuperà l’arengario e i Musei civici di Monza a settembre per presentare trecento opere del maestro del Novecento. Un progetto promosso dal Comune e organizzato da Meet museum, con la curatela di Flavio Arensi, che vedrà il Cittadino e monzabrianzaTv come media partner: a settembre sarà possibile anche avere biglietti ridotti grazie a tre coupon che saranno pubblicati sul giornale.
“Chagall, la grafica del sogno” è il titolo della mostra che porterà in città i tre più importanti cicli incisori del pittore scomparso esattamente trent’anni fa, nel marzo del 1985, in quella Saint Paul de Vence in Provenza che era diventata meta abituale di tanti artisti: sono quelli dedicati alla Bibbia, alle Favole di La Fontaine e al capolavoro del padre di tutti i grandi romanzieri russi, le Anime morte di Nikolaj Gogol. L’apertura è un po’ fuori protocollo rispetto alle abitudini delle grandi mostre autunnali: la vernice è fissata per il 4 settembre (poi resterà allestita fino al 6 gennaio), ma Monza ha una ragione speciale, l’arrivo del Gran premio di Formula uno nel primo weekend di settembre. E allora anche una mostra importante per offrire anche al pubblico dei motori una ragione in più per visitare la città.
È la prima volta, assicurano gli organizzatori, che i tre cicli grafici vengono presentati insieme, «un corpus considerato ormai inscindibile. Chagall, infatti, svolge in esso una meditazione circolare. Nelle tavole delle Anime Morte riflette sull’uomo, sulle sue meschinità, sul suo limite. Nei fogli delle Favole compie un viaggio nella natura, nella sua bellezza e nella sua impronta originaria. Nella Bibbia torna a riflettere sull’uomo, ma in una luce ben diversa rispetto a quella delle Anime Morte. L’uomo rimane quello che è: imperfetto, segnato in modo indelebile dal limite e dal peccato, ma la cui finitezza viene rischiarata dalla realtà di Dio».
Il progetto espositivo prevede che le due serie di incisioni che riguardano le Favole e la Bibbia trovi posto all’arengario, l’epicentro civico della città, in piazza Roma. «Nel caso delle Favole, la grande tecnica incisoria di Chagall dà vita a un mondo fantastico, in cui la componente mitologica del racconto supporta l’analisi del comportamento di animali che ricalca quello degli uomini. Particolare attenzione è rivolta ai più piccoli, l’allestimento delle Favole è studiato appositamente a “misura di bambino” per favorire un approccio diretto con le incisioni e una migliore lettura dell’immagine». Poi le opere create sui passi e sui protagonisti della Bibbia, che per l’artista russo cresciuto in una famiglia di forte osservanza ebraica, era stata una frequentazione abituale dall’infanzia.
«La lettura chagalliana della Bibbia – scrivono gli organizzatori – si incentra sulle figure dei patriarchi e dei profeti, ritratti come potenti condottieri del “popolo eletto”. Anche gli animali recitano un ruolo importante, visti non solo come protagonisti dei racconti, ma come ideale legame con la sua infanzia. I temi affrontati da Chagall nella Bibbia rimandano a un universo culturale di cui l’artista si è nutrito fin dai primi anni di vita, e a un linguaggio che risente delle esperienze figurative legate alle avanguardie del ventesimo secolo, delle quali Chagall è stato un esponente di primo piano».
Ai Musei civici nella ex Casa degli Umiliati di via Teodolinda, il terzo capitolo della mostra, quello dedicato al romanzo maggiore di Gogol. «Se la Bibbia e le Favole sono per l’artista il pretesto per indagare le origini religiose e nel contempo un modo per confrontarsi con la cultura francese, al contrario il romanzo di Gogol racconta aspetti della cultura russa dai quali Chagall prende man mano le distanze. Le tavole incise di Chagall rileggono il testo di Gogol’ e nel contempo disegnano un viaggio nei territori dell’umanità, con ampi richiami ai paesaggi russi e ai personaggi della madrepatria», anzi la Grande madre Russia così ricorrente nella narrativa pre sovietica. Accanto alle opere di Chagall in mostra anche uno sguardo alla figura del fondamentale mercante d’arte Ambroise Vollard (del quale peraltro l’editore monzese Johan&Levi ha pubblicato le memorie), oltre a iniziative collaterali, letture teatrali, incontri e laboratori didattici per bambini.