È tutto pronto per la bonifica del magazzino di via Mameli a Villasanta dove giacciono in decomposizione dall’inizio di luglio 55 tonnellate di prodotti alimentari decongelati. Dopo settimane di preparazione e ricerca, l’amministrazione comunale ha individuato la ditta in grado di rimuovere e smaltire quelli che ormai sono considerati dei rifiuti speciali organici. Ci avrebbe dovuto pensare un privato ma, risultando insolvente, il Comune ha dovuto farsi carico dell’intervento, a garanzia dell’incolumità dei cittadini.
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Il vicesindaco Gabriella Garatti ha annunciato che le operazioni di bonifica inizieranno martedì 10 ottobre, precedute da una giornata di allestimento del cantiere.«I lavori proseguiranno giorno e notte, senza sosta – ha spiegato – in modo da chiuderli il prima possibile, limitando i disagi per residenti e aziende. C’è da immaginare che l’odore sarà tremendo».
La ditta specializzata ha fatto sapere che potrebbe metterci da 2 a 4 giorni e che i lavori saranno rumorosi. Verranno infatti utilizzati macchinari particolari che aspireranno letteralmente la montagna di prodotti surgelati decomposti e la trasferiranno poi su impianti di smaltimento, attraverso la multiutility A2A Ambiente.
Poiché presso il sito di via Mameli non c’è elettricità (il distacco per insolvenza nei pagamenti è stato proprio la causa che ha generato il problema), sarà necessario utilizzare dei generatori che alimenteranno i macchinari e consentiranno i lavori in notturna. Questo potrebbe creare qualche fastidio acustico ai residenti.
«Proprio nella consapevolezza che le operazioni arrecheranno fastidio – ha detto Garatti – l’amministrazione ha cercato almeno di informare efficacemente residenti e imprese, e anche il centro sportivo e gli utenti. Sono state spedite circa 80 lettere e abbiamo affisso cartelli nella zona».
Ad occuparsi dell’intervento sarà la ditta Carrara Group di Brusaporto (Bergamo), segnalata all’amministrazione comunale proprio da un villasantese che opera in quel settore. Il Comune ha infatti incontrato notevoli difficoltà a trovare tra le imprese della zona una realtà in grado di gestire un simile intervento. Il prezzo è di 37mila euro Iva esclusa che l’amministrazione proverà a recuperare rivalendosi sulla Italease, divisione leasing di Banco Popolare. La proprietà dell’immobile è infatti di una società che però non ha pagato le rate facendo sì che il capannone venisse sequestrato dall’istituto di credito.