Il telefonino infilato nella tasca della felpa opportunamente “preparata”, con un foro all’altezza della telecamera dello smartphone e il gioco è fatto. Così almeno devono aver pensato i tre cittadini indiani di 30, 31 e 39 anni residenti a Bergamo e Lecco che mercoledì sono stati indagati per truffa dagli agenti della polizia di Stato di Monza chiamati dagli esaminatori nella sede della Motorizzazione civile di via Bramante da Urbino dove i tre stavano sostenendo l’esame teorico per ottenere la patente.
Durante la prova gli esaminatori nel vedere degli strani movimenti del terzetto, si sono insospettiti e hanno chiamato il 112. Dalla ricostruzione degli agenti, i tre avevano sicuramente almeno un suggeritore che, dall’esterno della Motorizzazione era in grado di vedere in diretta, attraverso la telecamera del telefonino il test dell’esame e, ad ogni risposta data dal candidato inviava un segnale, attraverso uno o due messaggi, per confermare o meno la riposta corretta: una vibrazione, quindi un messaggio per la riposta esatta, due per quella errata.
Non si tratta del primo caso, giusto un anno fa una 52enne di origine cinese era stata denunciata a piede libero sempre dagli agenti della polizia di Stato in quanto pizzicata con un orologio dotato di microtelecamera con la quale trasmetteva in tempo reale i quiz a un complice che le suggeriva le risposte. Sempre a maggio del 2016 un cittadino egiziano di 22 anni era stato sorpreso da un funzionario della Motorizzazione mentre trasmetteva le domande, anche in questo caso in videochiamata, a un complice.