A Roma c’è l’Anac, in Lombardia ci sarà l’Arac: il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni non cambia idea sulla costituzione di un’Agenzia regionale anticorruzione oltre a quella nazionale guidata da Raffaele Cantone. Secondo il leghista il progetto di legge sarà approvato entro il 15 marzo e dal 16 sarà una realtà operativa. Tutto succede dopo il nuovo presunto caso di tangenti nella sanità lombarda che ha coinvolto il braccio destro del presidente, Fabio Rizzi, estensore e relatore della riforma della sanità voluta proprio da Maroni, che ha tenuto le deleghe sulla materia dopo l’uscita di scena – per altre supposte tangenti – di Mario Mantovani.
«Come sempre avviene per i Progetti di legge, si stanno svolgendo i lavori preparatori nelle commissioni competenti. Ho letto cose stravaganti sui giornali, ma non c’e’ nulla di strano: il 15 verrà discusso e approvato dal Consiglio» ha detto il presidente lombardo. E poi, rispondendo al rischio che l’Agenzia venga impugnata da Roma, ha detto sicuro: «Quante Leggi della Regione Lombardia o di altre Regioni sono state impugnate dal Governo? Alcune sono state impugnate poi c’è stata la trattativa e l’impugnativa è stata ritirata. C’è qualcuno che non vuole questa legge: le opposizioni. Bene, la notizia è che la faremo e che non verrà impugnata da Roma, perché eventualmente tratterò io con il governo».
«Maroni vuole a tutti i costi creare un nuovo carrozzone e non gli importa se tutte le funzioni dell’agenzia regionale sono già di competenza dell’Anac – ha detto il capogruppo del Pd in Regione Enrico Brambilla – Gli organismi di controllo ci sono già e hanno anche funzionato, ma le loro indicazioni non sono state ascoltate. L’Arac finirà per essere una costosa foglia di fico per coprire l’incapacità politica di Maroni di cambiare il corso dei rapporti tra la sanità lombarda e interessi poco chiari».