Un traffico di droga lungo la Valassina assai redditizio, da 20mila euro al giorno, è stato stroncato dalla Polizia di Stato della questura di Lecco. Mercoledì mattina all’alba gli agenti hanno fatto scattare le manette ai polsi di 14 pusher, mentre altri cinque – destinatari di ordinanze di custodia cautelare – sono tuttora ricercati. Si tratta di clandestini di origini marocchine, tutti domiciliati nel Milanese e in Brianza, divisi in cinque gruppi, ognuno dei quali agiva per conto proprio. Lo spaccio di cocaina avveniva lungo la grande arteria, da Cinisello Balsamo, fin su nel Lecchese, passando da Muggiò. Monza, Lissone, Desio, Seregno, carate Brianza, Verano, Giussano e Briosco.
L’operazione Speed 2, che ha visto l’utilizzo di una quindicina di auto e sessanta poliziotti tra Squadra mobile e Nucleo prevenzione crimine di Milano, con l’ausilio dei cani del Nucleo cinofili, arriva da lontano. L’indagine era partita diversi mesi fa sulle ceneri dell’analoga operazione “Speed”, al termine della quale lo scorso febbraio erano state eseguite nove misure cautelari in carcere nei confronti di diversi cittadini marocchini.
Il precedente Speed, lo spaccio che va veloce: arresti in Valassina (febbraio 2014)
Il 7 ottobre 2013, a seguito dell’individuazione a Inverigo di uno spacciatore colto a vendere cocaina a due consumatori abituali della Provincia lecchese, la procura della Repubblica di Como aveva aperto il fascicolo e coordinato l’indagine che ha portato a oltre un anno di intercettazioni, osservazioni e pedinamenti.
L’azione è stata ingente: le indagini sono state condotte monitorando le cessioni che si sviluppavano nel Comasco (da Merone a Inverigo e Arosio, con “tappe” anche a Cantù, Mariano e Carugo) ma soprattutto a ridosso della ss36 tra Lecco e fino a Monza. Nel Lecchese, la concentrazione principale dei traffici si registrava tra Costa Masnaga, Nibionno, Molteno e Civate, ma i gli spacciatori non disdegnavano di operare anche a Suello, Annone, Garbagnate, Bosisio e Rogeno.
Insomma, un’area vasta e articolata, nella quale i cinque gruppi operavano in modo distinto facendosi addirittura concorrenza tra loro per sottrarsi i clienti a vicenda.
«In più occasioni questi soggetti, per sottrarsi all’arresto, hanno dato vita a fughe rocambolesche che hanno messo a rischio l’incolumità degli altri utenti della statale 36. Sono tutti clandestini di origine marocchina domiciliati nel Milanese e in Brianza, non hanno nulla da perdere. Per questo motivo – ha spiegato Marco Cadeddu, capo della Mobile – abbiamo deciso di procedere per linee esterne, conducendo l’indagine partendo dai clienti».
Di fatto, ne sono stati monitorati a centinaia, mentre circa cento sono stati sentiti, prima di dare il via alla fase conclusiva dell’operazione che ha portato a sei arresti in flagranza (14 in totale), 24 indagati, sette perquisizioni nelle Province di Lecco, Como, Milano, Monza e Brianza e al sequestro di tre auto, oltre alla segnalazione di 20 consumatori abituali.
I controlli sugli acquirenti hanno permesso anche di verificare l’esistenza di uno spaccio di secondo livello, con disoccupati che acquistavano dosi da rivendere successivamente, in particolare in Valsassina e nell’Alto lago.
All’atto delle perquisizioni, i cinque gruppi sono stati trovati in possesso non di sostanze («le nascondono nei boschi») ma di ben 18mila euro in contanti, frutto delle cessioni di martedì sera.