Presidente, Monza è salva?
«Diciamo che adesso ci sono gli strumenti perché possa essere salvata. Ci sono eccellenti rapporti con Ecclestone, con cui abbiamo un accordo di massima che dovrà essere definito nei dettagli».
Angelo Sticchi Damiani, 70 anni, è presidente dell’Automobil Club Italia. Accetta un colloquio col Cittadino nelle ore in cui la legge di stabilità viene approvata con voto di fiducia alla Camera. Dentro, l’emendamento che prevede i fondi dell’ACI per salvare il Gran Premio. «A questo punto», dice, «salvo clamorose sorprese al Senato e poi al Quirinale, l’emendamento che ci consente di intervenire in favore del Gran Premio di Monza sarà in vigore. Dopo le vacanze andrò a Londra per chiudere col patron della Formula 1: spero al massimo in un paio di incontri».
Quali sono gli scogli maggiori?
Il rafforzamento del dollaro ci preoccupa: ovviamente una divisa americana forte alza i nostri costi, ma posso dire che l’obiettivo del salvataggio oggi è a portata di mano.
È vero che si tratta anche sulla durata della concessione, magari per assicurarsi da subito il GP del centenario del 2022?
È un’ipotesi sul tappeto: la durata è un elemento negoziabile della trattativa, come ovviamente l’importo: il range è tra 4 e 7 anni.
E le hospitality? Ci conferma che Ecclestone le vuole?
È una pregiudiziale che ha posto, sarà dura smuoverlo.
Torniamo all’ACI. L’emendamento vi consente di «sostenere la spesa per costi di organizzazione e gestione della manifestazione […] a valere sulle risorse complessivamente iscritte nel proprio bilancio»: dunque da dove arrivano i soldi? Dal PRA?
Un ente complesso, con vari capitoli, ha utili che vengono da varie attività e servizi delegati. Sicuramente attingeremo in parte dagli utili e in parte dai risparmi. Ovviamente i soldi non arriveranno da nuovi oneri. Al momento francamente non so dire da quali capitoli attingeremo: una volta che gli utili sono nelle casse dell’ente, sarà nostra cura non produrre perdite. E poi speriamo anche nell’intervento di altri enti pubblici o istituzioni.
Per esempio?
Non faccio nomi: penso a banche o enti di stato o di diritto privato, o soggetti interessati a valorizzare il proprio brand. Monza è un valore di tutti, non solo per la Brianza e per la Lombardia, e questo credo possa indurre molti a partecipare. Siamo in presenza di un patrimonio da difendere, non di un vezzo che fa appena comodo a questo o quello.
In sintesi, con che probabilità stima che a Monza resterà il GP?
Io sono prudente, ma gioco per vincere. Non sono molto de coubertiniano… Direi che al di là di tutti i problemi ancora da affrontare, gli strumenti ci sono: sarà comunque dura e non va dato nulla per scontato, ma il Gran premio ci sarà.
Presidente, ACI si prepara a un investimento forte. Questo di solito implica conseguenze gestionale: chi paga, comanda. Lei cosa si aspetta sulla gestione dell’autodromo? Che ruolo vede per l’Automobil Club Milano?
Guardi, l’accordo è che si partecipi allo sforzo con la FOM per 1/3 con ACM e 2/3 ACI. Con la differenza che ACM ha già i proventi del GP, quindi per Milano è un reinvestimento, per noi è una spesa viva.
Riformulo la domanda: ci sono stati screzi con SIAS, oggi come sono i rapporti?
Non parlerei di rapporti tesi. SIAS ha cercato in maniera lodevole di trovare le risorse per accogliere le richieste crescenti della FOM. Era un lavoro improbo, quasi impossibile. Una volta chiarita questa sproporzione e resosi necessario un altro intervento, noi non abbiamo mai inteso andare a organizzare le cose a Monza. SIAS, la cui dirigenza ha ereditato una situazione difficile, continuerà a organizzare i Gran Premi perché è il suo lavoro. Anzi, il suo lavoro è gestirlo non una settimana ma 365 giorni l’anno, grazie alla specializzazione che ha maturato. Noi non entriamo nei rapporti tra ACM e SIAS: spetta alla controllante valutare i risultati. Ci limitiamo, ma per legge e non per scelta, a chiedere garanzie sull’utilizzo delle risorse nei contratti con FOM e ACM: siamo un ente pubblico.
E quelli della Regione Lombardia, confermati giusto ieri? C’è unità di intenti tra le varie istituzioni che partecipano alla gara?
Non cambia nulla, direi. Regione Lombardia contribuisce a pagamenti annuali per la sistemazione dell’autodromo, e questo avviene in grande sintonia con ACI. Sono anzi due cose complementari: l’autodromo ha bisogno di lavori e dell’impegno di tutti.
Quanto ha contato la mobilitazione dopo l’ultimo GP?
Moltissimo. La presenza di Renzi, l’impegno diretto del CONI che ha assunto, come giusto, un ruolo di promotore dell’iniziativa in un momento in cui il GP era – diciamocelo – quasi perso, sono stati decisivi. Venendo a Monza, Renzi ci ha messo la faccia e ha determinato una mossa concreta da parte di tutti, che oggi sta dando i suoi frutti.
La domanda che un brianzolo può farsi, e che le giro, è: ma non è che il rischio è di “romanizzare” l’autodromo, facendolo comunque dipendere da soldi pubblici?
Oltre che non essere nostra volontà, non avrebbe senso. Roma a volte è necessaria, ma mai invadente…
E Imola? Ci hanno provato fino alla fine, tentando di inserirsi in caso di fallimento della trattativa con Ecclestone.
Conosco molto bene il sindaco e i dirigenti, francamente apprezzo molto il loro sforzo: sono persone serie che hanno a cuore la F1. Sono arrivati ottimi secondi su questa partita. La mia speranza è che, nonostante tutto, si trovi il modo per portare la formula elettrica a Imola. La difficoltà più grossa è far passare il concetto che quel circuito conserva comunque una dimensione cittadina, come capisce chiunque l’abbia frequentato.
L’EMENDAMENTO – Nella legge di stabilità approvata martedì sera in Senato con voto di fiducia è contenuto il seguente articolo: «In considerazione dello specifico rilievo che lo svolgimento del GP presso l’autodromo di Monza riveste per il settore sportivo, turistico ed economico […] la Federazione sportiva nazionale-ACI è autorizzata a sostenere la spesa per costi di organizzazione e gestione della manifestazione […] a valere sulle risorse complessivamente iscritte nel proprio bilancio, anche attivando adeguate misure di contenimento dei costi generali di gestione e senza pregiudizio per gli equilibri di bilancio. Dall’attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».