Doveva uscire dal garage con l’auto per accompagnare sua figlia ad una festa a Biassono. È finito con un occhio tumefatto all’ospedale ed ha sporto querela per lesioni personali. Sono le pesanti conseguenze di un episodio di tensione registratosi intorno alle 21 di sabato 26 settembre, a Bareggia di Macherio. In via Toti 10, il vicino di casa del Centro culturale islamico Pace Onlus non solo non è riuscito ad uscire dal garage (l’accesso al portone è comune), ma si è ritrovato con una prognosi di 3 giorni per trauma ad un occhio che lo costringerà per diverse settimane a cure e controlli.
Nunziato Cannavò, 49 anni, dal 2009 residente con la moglie e figli al civico 10 di via Toti, racconta quanto accaduto quella sera. «Dovevamo uscire con l’auto dal mio garage che si trova all’interno dell’androne d’accesso al magazzino. C’erano parecchie biciclette che mi impedivano di fare manovra. Ho dato un colpo di clacson e a quel punto sono arrivati diversi avventori del Centro islamico. Stavo per uscire dall’abitacolo dell’auto, ma mi hanno sbattuto la portiera violentemente contro il volto e sono rimasto ferito ad un occhio». Alla scena ha assistito anche la moglie, Antonietta Scuderi, che ha allertato l’ambulanza e i carabinieri.
Sul posto è intervenuto anche il sindaco di Macherio, Mariarosa Redaelli, e l’assessore Franco Verga. La convivenza tra la famiglia Cannavò e gli avventori del Centro culturale islamico ha vissuto sabato scorso l’ennesima fase di tensione, evidentemente quella più acuta. Da anni, ormai una decina, il magazzino di via Toti a Macherio, soprannominato la “moschea di Bareggia” è al centro delle polemiche. Tra corsi e ricorsi al Tar, ordinanze sopra ordinanze. L’ultimo provvedimento in ordine di tempo è quello emanato a luglio dal sindaco di Macherio, Mariarosa Redaelli, e impone la chiusura di sei mesi.
Questo perché il punto di preghiera cittadino aveva trasgredito alla disposizione del Tar che consentiva l’accesso ad un massimo di 15 persone. Il blitz delle forze dell’ordine a luglio (quello che di fatto ha fatto scattare l’ordinanza della chiusura) aveva infatti accertato la presenza di 70 persone. Nonostante il provvedimento del sindaco, pare che per tutta l’estate si siano susseguite segnalazioni di frequentazioni abusive. E il magazzino di via Toti sarebbe stato frequentato ancora.
Ma il Caim, il Coordinamento associazioni islamiche di Milano e Monza e Brianza, accusa Cannavò di «aver inscenato una finta aggressione per creare un caso». Sulla propria pagina Facebook parla di «ridicola messa in scena» e minaccia denunce. «Questo personaggio il 28 settembre ha inscenato una finta aggressione accusando i frequentatori del centro islamico di Macherio con la sola finalità di creare un caso e di far chiudere il Centro Islamico La Pace – recita il post pubblicato giovedì -sembra essersi dipinto il viso, i fratelli lo hanno incontrato il giorno dopo e sul suo viso non c’era traccia alcuna di lesioni. Ovviamente verrà denunciato per diffamazione e simulazione di reato».
Ed ancora. «Da molti anni Cannavò, che abita sopra il centro islamico, non fa altro che provocare i pacifici musulmani di Macherio dando prova del suo razzismo becero e violento. Grazie a Dio i nostri fratelli non hanno mai risposto con la violenza a queste provocazioni e lui ha fatto questa ridicola messa in scena».
La reazione decisa e clamorosa apparsa sul social network Facebook è una presa di posizione molto netta e forte. Che getta nuova benzina sul fuoco delle polemiche che nel corso di questa settimana stanno coinvolgendo più parti. Pur non entrando nel merito dell’accusa formulata sul web, al momento di certo vi è il verbale di pronto soccorso n.15/49268 emesso dal pronto soccorso dell’ospedale dove Nunziato Cannavò è stato trasportato con l’ambulanza del 118. Alle 23.02, il macheriese veniva dimesso con una prognosi di 3 giorni. La diagnosi parla di «ferita da taglio palpebra destra». Cannavò non ha riportato «lesioni del globo oculare».