Questa volta la Lega nord di Monza si affida agli avvocati e querela. Il motivo? Non vuole essere chiamata partito razzista. Anzi: “Partito razzista che raccoglie i propri consensi lavorando a un’operazione di saldatura con forze politiche neofasciste”. Così, dice il Carroccio, veniva descritto da un manifesto («abusivo», assicurano i leghisti) apparso in città lo scorso novembre, firmato tra gli altri da Giovani Democratici di Monza e Brianza, Sinistra ecologia e libertà Monza, Rifondazione comunista e Anpi.
«Sono stufo di ricevere ingiurie gratuite da parte di chi, non avendo argomentazioni valide, riesce solo a insultare dandoci dei razzisti e dei fascisti e sono stufo dell’arroganza di alcuni esponenti della sinistra estrema che si sono spinti, più volte nello scorso anno, ad atti di violenza nei confronti dei nostri militanti – sostiene il segretario monzese della Lega nord, Federico Arena – Il buon nome del nostro movimento non può più essere infangato, la tranquillità dei militanti non deve essere messa in discussione. Da adesso tolleranza zero, partono le denunce e ognuno dovrà prendersi le responsabilità di ciò che dice e fa».
Secondo Arena la dimostrazione che la Lega non è razzista sta, per esempio, in quanto fatto nelle ultime settimane: «Abbiamo aiutato concretamente un giovane ragazzo non vedente di origine serba, residente nel nostro Paese da oltre 20 anni a completare il proprio iter per il conseguimento della cittadinanza a cui aveva pieno diritto ma che non riusciva ad ottenere a causa delle complicate procedure burocratiche». E poi: «Altri invece sono bravi solo a fare i buonisti da strapazzo».