Gelsia srl dovrà restituire al condominio Roma di galleria Mazzini 1 (52 famiglie) la somma di 57.346,16 euro, oltre agli interessi maturati fino all’effettivo saldo dalla data del 28 dicembre 2010, giorno dell’avvio del procedimento giudiziario civile; inoltre Gelsia dovrà versare ulteriori 7mila 500 euro, a titolo di rimborso per le spese legali sostenute. È questo in sintesi il contenuto della sentenza con cui Manuel Mastromarchi, giudice unico della sezione distaccata di Desio del Tribunale di Monza, ha condannato la multiutility oggi presieduta da Franco Confalonieri nella causa civile intentata appunto dai residenti nel palazzo di Seregno.
La lite giudiziaria
La controversia ha affondato le proprie radici nel malcontento serpeggiante tra i condomini per l’incremento registrato nelle bollette dopo il passaggio dal tradizionale riscaldamento a metano al teleriscaldamento. In aula gli avvocati Ferdinanda Rettura e Alberto Voltan, rappresentanti dei condomini, hanno evidenziato come gli esborsi fossero decisamente superiori a quanto era stato pattuito in via originaria tra le parti, chiedendo per questo motivo la restituzione della somma sopra citata e poi riconosciuta in toto. Dal canto suo Carlo Corneo, il legale cui Gelsia Srl aveva affidato la tutela dei suoi interessi, aveva in primis sollecitato al giudice di risolvere il contratto d’impianto e fornitura dell’energia elettrica a mezzo del teleriscaldamento, a causa di quello che era ritenuto un grave inadempimento del condominio Roma a livello di manutenzione, e per questo aveva domandato un risarcimento di 94. 982, 65 euro, oltre agli interessi. In subordine, invece, aveva invocato la risoluzione dell’accordo, per l’eccessiva onerosità sopravvenuta in capo alla società.
La sentenza di primo grado
Il giudice ha dal canto suo accertato che nel 2005 il condominio aveva optato per il passaggio da un impianto teletermico centralizzato a uno di teleriscaldamento, che prevedeva un costo annuale a forfait di 39. 463,8 euro. In sede di conguaglio, i costi si sono però moltiplicati, per quella che è stata considerata un’applicazione unilaterale da parte di Gelsia di consumi e conseguenti spese differenti da quelli concordati. Mastromarchi ha inoltre escluso mancanze dei residenti sia sotto il profilo manutentivo sia per quanto riguarda le necessarie cautele per evitare inutili dispersioni. A suo parere, la specificità dell’impianto avrebbe dovuto consigliare a Gelsia una più puntuale verifica degli esborsi già prima della sua installazione e per questo ha parlato apertamente di cattiva perizia.