L’ex capogruppo comunale e assessore provinciale leghista Luca Talice vittima della “guerra” in atto sull’approvazione del Pgt di Seregno. Lo scrivono i giudici nella parte finale delle motivazioni della sentenza che, lo scorso mese di giugno, ha portato alla piena assoluzione dalle gravi accuse di violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico. A denunciarlo Federica Forcolin e Davide Giannobi, ex giovani consiglieri comunali leghisti. Le imputazioni riguardavano una presunta costrizione subita dai due nell’assecondare le richieste sessuali di Talice, sempre più “pressanti ed estreme”. L’ex assessore, difeso dall’avvocato Luigi Peronetti, ha negato di aver intrattenuto rapporti erotici con i due. I giudici Patrizia Gallucci, Emanuela
Corbetta e Pierangela Renda hanno ritenuto le dichiarazioni delle parti offese “poco lineari e contradditorie”, “non emerge alcuna coartazione”, ma al più “un comportamento petulante e invadente da parte dell’imputato”, non di rilevanza penale. i due ex consiglieri secondo il pm non avevano motivo di mentire. Ma secondo i giudici: “all’interno della maggioranza in comune a Seregno era in atto una vera e propria guerra dal settembre 2010 quando era stata resa nota la bozza del Pgt”. Con due fazioni: “la prima schierata con Talice che si opponeva alla trasformazione di aree verdi in edificabili, la seconda schierata col sindaco Giacinto Mariani a favore delle trasformazioni urbanistiche”. Adombrato il sospetto che le denunce a sfondo sessuale fossero strumentali ad ‘eliminare’ lo scomodo politico Talice.
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