Su input dell’ufficio antimafia della Prefettura di Monza e Brianza, il Comune di Seregno, attraverso la Polizia locale, ha notificato una nuova ordinanza di divieto di prosecuzione dell’attività al bar “La Torrefazione” di Corso del popolo, che ha abbassato nuovamente le saracinesche a partire da mercoledì 11 gennaio. Il provvedimento, il secondo adottato nel giro di poco meno di un anno nei confronti dell’esercizio, è da ascrivere ancora una volta alla possibilità di infiltrazioni mafiose che sono state riscontrate in sede di accertamento.
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Il locale era già stato chiuso una decina di mesi fa con la stessa motivazione, poiché era risultato appartenere ad una società a responsabilità limitata con sede in Cogliate, che aveva tra i suoi soci parenti stretti di Pino Pensabene, che sta scontando una condanna detentiva in quanto ritenuto il nuovo referente a Desio della ’ndrangheta, all’indomani dell’operazione “Infinito” del 2010. Tra questi, vi era anche Maria Marano, moglie dello stesso Pensabene, che dopo aver visto dichiarato inammissibile dal Tar della Regione Lombardia il ricorso contro la chiusura, a causa di un difetto di notifica, in giugno aveva proceduto alla riapertura, sulla scorta di una nuova segnalazione certificata di inizio attività, che la indicava come sola proprietaria. Da lì è iniziato un secondo iter di verifica, che ha prodotto il nuovo colpo di scena.