Sedici Comuni della Brianza insieme per dire «no» alla criminalità organizzata

Da Seveso a Lissone, da Nova Milanese a Lazzate, passando per Desio, Seregno e Giussano: sono alcuni dei protagonisti del “tavolo della legalità” che si è aperto nei giorni scorsi al Bosco delle querce a Seveso.
Sedici Comuni della Brianza insieme per dire «no» alla criminalità organizzata

La rete, formata da 16 Comuni brianzoli, è una realtà: ora bisogna passare alle azioni concrete. Perché «la mafia ce l’abbiamo in casa e omertà e sfiducia nelle istituzioni sono gli ingredienti che maggiormente consentono all’illegalità di prosperare». Ha preso le mosse da qui l’incontro sulla legalità, relativo al progetto “Brianza SiCura”, svoltosi nei giorni scorsi al Bosco delle Querce e che ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti dei Comuni della zona (oltre a Seveso, presenti anche esponenti di Giussano, Desio, Seregno, Lissone, Limbiate, Barlassina, Lentate, Bovisio, Meda, Muggiò, Nova Milanese, Varedo e Lazzate, Ceriano Laghetto, Misinto). Non hanno lasciato indifferenti i numerosi amministratori e membri di associazioni intervenuti le parole dell’assessore di Seveso Roberta Miotto, rivelatrici di quanto sia semplice entrare in contatto con la malavita organizzata. «Un tizio venne a dirci che voleva noleggiare il tendone di via Redipuglia per due sere a settimana per farci latino-americano – ha raccontato -. Ce lo avrebbe pagato senza problemi e noi siamo rimasti entusiasti al pensiero che sarebbero entrate un po’ di risorse nelle esangui casse comunali. Dopo qualche giorno abbiamo saputo che quel tizio era stato messo in galera insieme ad altri complici con cui aveva dato vita alla “banca dell’ndrangheta”. Ma, se solo l’operazione delle forze dell’ordine fosse avvenuta più avanti nel tempo – ha rimarcato – avrebbero iniziato a far circolare soldi sporchi in Comune proprio attraverso il noleggio del tendone, accolto da noi a fin di bene».

La vicenda alla quale fa riferimento l’assessore è quella che ha visto coinvolto Giuseppe Pensabene. Nè restano immuni da possibili infiltrazioni – hanno convenuto i presenti – appalti vinti al massimo ribasso, spartizioni di territorio e lavori nei Pgt, sale slot e titolari di attività. «E a Seveso commercianti ed artigiani risultano essere spesso sotto pressione dalla malavita» ha puntualizzato l’assessore.