Nuova puntata nella querelle tra Lucrezia Ricchiuti, senatrice desiana del Partito democratico, all’amministrazione comunale di Seregno.
Dopo le polemiche seguite al ballottaggio che ha sancito l’affermazione come sindaco di Edoardo Mazza e quelle maturate all’indomani dei provvedimenti di chiusura adottati tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo nei confronti dei bar “La Torrefazione” di corso del popolo e “Tripodi pane e caffè” di piazza Vittorio Veneto, per la possibilità di infiltrazioni mafiose al loro interno, a riaccendere la miccia è stato un intervento in Senato della Ricchiuti il 22 giugno.
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L’intervento – «Signor presidente, onorevoli colleghi -ha esordito l’esponente dei democratici, prendendo la parola-, devo sollecitare la risposta a due mie interrogazioni, la 4-05420 e la 4-04150. In queste interrogazioni, sollecito la più attenta valutazione della situazione molto critica che interessa la città di Seregno, amministrata da troppi anni da una giunta che, pur nell’avvicendarsi di diverse persone fisiche, è invece soggetta al medesimo condizionamento, quantomeno indiretto, della ’ndrangheta.
«Nelle mie interrogazioni mi diffondo sugli innumerevoli sintomi di questo condizionamento: frequentazioni, infiltrazioni, ritrovamenti di armi, violenza sul giornalista Fabrizio Gatti ed intimidazioni ai giornalisti di “Infonodo”, lenzuola di solidarietà a soggetti raggiunti da misure di prevenzione». Ed ancora: «Vede signor presidente, nella mia splendida città di Desio, noi la ’ndrangheta l’abbiamo cacciata dal Comune, l’abbiamo sbattuta fuori e continuiamo a tenerla fuori. Vorrei dire alle migliaia di seregnesi e brianzoli onesti e coraggiosi che noi siamo con loro e che il ministro dell’Interno dovrà rispondere alle mie interrogazioni ed infine mandare la commissione d’accesso nel Comune di Seregno».
La replica – Un passaggio, quest’ultimo, sottolineato dagli applausi del Pd. La sortita in parlamento ha quindi prestato il fianco ad una replica di Mazza, al rientro da una breve vacanza: «Le affermazioni di Ricchiuti ci lasciano indifferenti. Evidentemente, dove non si riesce a vincere in maniera democratica, si cerca di sovvertire le decisioni della popolazione in altro modo, per finalità meramente personali. Ricchiuti ha atteso per questa sua uscita la vittoria del suo partito nelle elezioni di Desio, vittoria che però è stata più risicata del previsto. Sua sorella, candidata ad entrare in consiglio comunale, ha ricevuto un centinaio di preferenze, a testimonianza che il seguito di cui gode nel Partito democratico non è così tangibile. Tralascio di concentrarmi sulla vicenda del presunto abuso edilizio di cui la senatrice è stata accusata prima del ballottaggio: se ha sbagliato pagherà, ma ritengo errato che si faccia politica sulla base di situazioni personali. Noi, la mia giunta ed io, pensiamo invece che si debba operare solo e soltanto per il bene della città, come cerchiamo di fare ogni giorno. Questo non significa che siamo infallibili, ma sulla buona fede che contraddistingue la nostra azione nessuno deve permettersi di sindacare. Parlare di assoggettamento alla ’ndrangheta è offensivo per la città e per chi la amministra».