Il bollettino medico sulla salmonellosi nelle scuole della città si aggiorna a un totale di 33 persone contagiate, 25 accertati e 8 da verificare. Tra i quali tre adulti, due a Palazzolo e uno a Calderara. Tra loro c’è anche una mamma della commissione mensa di Palazzolo. Il numero dei colpiti dagli spiacevoli effetti del batterio continua a salire e non è ancora possibile capire se il picco sia già stato raggiunto.
Tantomeno è ancora chiaro da dove e come sia partito il contagio: anche nella riunione con i genitori (nella foto) il sindaco Marco Alparone, il dirigente Biagio Bruccoleri e il tecnologo alimentare Roberto Chiesa hanno ribadito che «al 90% i problemi non derivano dal centro cottura» che è rimasto attivo e funzionante anche dopo lo scoppio dell’emergenza. Non esiste la certezza cento per cento, ma i controlli dell’Asl hanno escluso che il ceppo possa essere originato dal luogo dove i 3mila pasti giornalieri vengono cucinati.
«Inoltre – ha precisato Chiesa ai genitori convenuti in sala giunta – anche il personale del centro cottura è stato sottoposto a verifica medica» e anche in questo caso non si sono riscontrate anomalie. E allora, si chiedono i genitori, da dove deriva l’infezione che ha decimato la popolazione scolastica da un capo all’altro della città di Paderno, con forti incidenze anche in plessi scolastici a chilometri di distanza l’uno dall’altro?
L’Asl, la Sodexo e i responsabili comunali non sanno ancora dare una risposta a questo quesito. «Sappiamo – rivela il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Emiliano Abbati, anche lui presente alla riunione – che l’Asl ha affidato un incarico all’Università di Milano per fare un approfondimento di questi accertamenti, proprio per riuscire a stabilire con precisione quale è stata la causa dell’infezione».
In attesa delle risultanze, dal Comune si continua a tenere in vita la teoria che il contagio possa essere avvenuto esternamente alle mense scolastiche e poi si sia potuto propagare con il gioco e con lo sport. La dirigente scolastica di Paderno, Simona Quilici fa presente come tra i bambini colpiti ci sia una forte concentrazione di coloro che usufruiscono abitualmente dell’ultimo turno mensa.