Conto alla rovescia per due mesi di saldi anche in Regione Lombardia, dove la stagione degli sconti parte martedì 5 gennaio per durare sessanta giorni. Sicilia, Campania, Basilica e Valle d’Aosta sono in anticipo: la riduzione dei prezzi inizia sabato 2 gennaio. L’assessore lombardo Mauro Parolini si dice ottimista: «I primi segnali di ripresa e il pur timido incremento delle vendite registrato nel settore del commercio in questi ultimi mesi fanno sperare in un buon inizio dei saldi invernali» ha dichiarato alle agenzie, aggiungendo: «Già nel periodo natalizio si è visto un cambio di tendenza positivo, rispetto all’anno scorso, che sta gradualmente ridando fiducia a esercenti e consumatori e che credo si possa consolidare con un proficuo epilogo nei saldi di stagione».
Anche Confcommercio, attraverso il suo Ufficio studi nazionale, indica consumi in aumento rispetto all’anno scorso, con una spesa a famiglia durante i saldi di 346 euro per abbigliamento e scarpe, il 3% in più del 2015, per un totale nazionale di 5,4 miliardi di euro. Sul totale dei consumatori, si tratta del 55%, il 4% in più di dodici mesi fa.
Le regole della Regione
Confermato il sistema normativo che regola il periodo dei saldi nel territorio della Regione Lombardia. Ecco le regole:
• i commercianti hanno l’obbligo di esporre, accanto al prodotto, il prezzo iniziale e la percentuale dello sconto o del ribasso (è invece facoltativa l’indicazione del prezzo di vendita conseguente allo sconto o ribasso).
• l’operatore commerciale ha l’obbligo di fornire informazioni veritiere in merito agli sconti praticati sia nelle comunicazioni pubblicitarie (che, anche graficamente, non devono essere presentate in modo ingannevole per il consumatore) sia nelle indicazioni dei prezzi nei locali di vendita; non può inoltre indicare prezzi ulteriori e diversi e deve essere in grado di dimostrare agli organi di controllo la veridicità delle informazioni relative al prodotto.
• i prodotti in saldo devono essere separati da quelli eventualmente posti in vendita a prezzo normale (se ciò non è possibile, cartelli o altri mezzi devono fornire al consumatore informazioni inequivocabili e non ingannevoli).
• se il prodotto risulta difettoso, il consumatore può richiedere la sostituzione dell’articolo stesso o il rimborso del prezzo pagato dietro presentazione dello scontrino, che occorre quindi conservare.
Il vademecum dei consumatori
Oltre alle leggi ci sono anche le indicazioni, spesso di buon senso, date dalle associazioni dei consumatori, utili per evitare fregature e per sapersi difendere in caso di problemi. Come quelle pubblicate alla fine dello scorso anno dall’Unione nazionale consumatori:
• non farsi prendere dalla frenesia dell’acquisto e dal volere comprare a tutti i costi.
• è bene preferire i saldi di articoli venduti in pochissimi numeri e taglie, che sono quelli più seri e, generalmente, i più convenienti, trattandosi di merce residua di cui il negoziante ha interesse a disfarsi (per esempio, pochi numeri dello stesso tipo di scarpe).
• diffidare di chi apre un saldo dopo una vendita promozionale.
• per i capi di abbigliamento accertarsi che la composizione eventualmente dichiarata nel cartellino d’accompagnamento corrisponda a quella dell’etichetta vera e propria del prodotto.
• non comprare capi d’abbigliamento che non hanno l’etichetta di composizione e preferire quelli che hanno anche l’etichetta di manutenzione, ovvero le istruzioni per il lavaggio o pulitura, che è un riscontro affidabile di quella di composizione.
• preferire i prodotti di marca nota, che nel settore dell’abbigliamento danno più affidamento, ma fare attenzione alla veridicità del marchio esposto, perché vi sono marchi che imitano nelle fattezze o in qualche elemento quelli più noti.
• controllare sempre le taglie quando si tratta di un capo d’abbigliamento a due pezzi, se è venduto a prezzi stracciati e se non è ammessa la prova di indossabilità, poiché potrebbero essere due taglie diverse.