Il Rosatellum rispetti la Brianza e la sua unità: è la richiesta bipartizan avanzata al Governo dai deputati del Pd Roberto Rampi e di Forza Italia Elena Centemero. I due parlamentari, con un ordine del giorno approvato dalla Camera giovedì prima del voto che ha dato via libera alla legge elettorale, hanno domandato la creazione di collegi uninominali che tutelino l’omogeneità della Provincia che né il Mattarellum né la bozza dell’Italicum garantiscono.
La riforma, che sostituirà il Porcellum dichiarato incostituzionale nel 2014, prevede la formazione di 231 collegi per Montecitorio e 109 per Palazzo Madama: sulla base del numero degli abitanti il nostro territorio potrebbe costituire un unico ambito elettorale per il Senato e tre per la Camera. È proprio per questi ultimi che il rischio frammentazione rimane elevato: una semplice rivisitazione del Mattarellum, che come hanno ricordato i due deputati nel loro documento è stato disegnato oltre dieci anni prima della nascita della Provincia, sarebbe inattuale in quanto disperdeva i 55 comuni in 5 zone di cui tre in condivisione con Milano. La nuova mappa del voto, che sarà definita dai tecnici del ministero dell’Interno nelle prossime settimane, non potrà ridursi a un semplice accorpamento dei collegi elaborata oltre vent’anni fa in quanto una simile operazione ignorerebbe la «coerenza di rappresentanza» di una «comunità politica omogenea» che, pur con radici antiche, «si è sviluppata ormai da 13 anni».
L’unità dell’area brianzola non è stata salvaguardata nemmeno dall’Italicum, peraltro mai entrato in vigore, che l’ha suddivisa in quattro ambiti per la Camera con abbinamenti piuttosto discutibili come quello di Limbiate con Cantù e Saronno, di Agrate con Merate e Seregno, di Monza con Vimercate e Cologno Monzese, di Desio con Cinisello Balsamo e Paderno Dugnano.
«Il nostro ordine del giorno – spiega Rampi – è l’unico tra quelli votati che punta l’attenzione sui collegi. È importante che sia stato approvato: ora, però, non mi fermerò. Andrò a parlare con il gruppo di lavoro che sarà costituito e cercherò di spiegare l’importanza di non smembrare il nostro territorio senza danneggiare quelli vicini. Non si può non tenere in considerazione quanto è avvenuto negli ultimi vent’anni né che, nel frattempo, è nata una nuova Provincia». Il tempo per intervenire, riflette il democratico, ci sarebbe in quanto gli esperti avranno un mese di tempo a partire dall’approvazione delle legge elettorale in Senato, per ridisegnare la cartina.