Ha giurato che quell’uomo, mai visto prima, che ha conosciuto in stazione di Monza e che poi, per due settimane, l’ha ospitata in una “casa” di fortuna, ricavata con assi di legno, vecchie reti e teloni, non l’ha mai toccata. E gli agenti della polizia locale, nonostante lei sia minorenne, (per ora) non hanno proceduto nei confronti dell’uomo, un 25enne, già nel suo Paese, in Marocco, rimpatriato.
Mentre è potuta tornare a casa, nella Bergamasca, dai genitori adottivi e dal fratello, la 17enne di origine bielorussa scomparsa. Sta bene e ha promesso di tornare a scuola, che aveva abbandonato. Dal comando della “locale” tuttavia, proseguiranno gli accertamenti con i servizi sociali per capire se effettivamente la minore non abbia subito violenza o, addirittura, è un sospetto, non sia stata costretta a prostituirsi.
Una scoperta casuale quella degli agenti del comando di via Marsala che, dopo aver individuato tre roulotte abusive in un terreno comunale sotto sequestro, a San Damiano, abitate da due famiglie di nazionalità romena, croata e slava, sette persone in tutto, due minori, tutte denunciate per invasione di terreno e violazione di sigilli, hanno deciso di perlustrare anche il terreno circostante.
E lì hanno rinvenuto la baracca di fortuna con all’interno il marocchino, sprovvisto di documenti e già noto per furto e invasione di terreni, e la 17enne, bionda, occhi azzurri e minuta, tanto da sembrare ancora più piccola, una bambina.
Materassi di fortuna gialli, di gommapiuma. Una batteria per auto per fare luce, un deodorante al borotalco e una vasca da bagno appoggiata a terra che solo il pensiero di metterci dentro un dito farebbe ribrezzo. Questi l’arredamento e gli oggetti di vita quotidiana trovati dagli agenti nel tugurio di San Damiano. E fuori una veranda per mangiare con tanto di divano e tavolino.
La minore ha raccontato che quel ragazzo le ha offerto aiuto dopo che aveva perduto il treno per tornare a casa, che l’ha seguito spontaneamente. Non era la prima volta che si allontanava. Il papà e il fratello, anche lui adottato, riabbracciandola hanno pianto e non sapevano come ringraziare gli agenti. Accanto a loro, una vigilessa, madre di coetanei della ragazza, che si è presa a cuore la sua storia.
Prima del commovente incontro con i familiari, arrivati da Bergamo, l’ha truccata un po’ per renderla più ordinata, per quanto possibile dopo le due settimane trascorse praticamente all’aperto. Ha anche detto che se si dovesse ritrovare a Monza senza sapere come tornare a casa la verrà a prendere di persona.