Razionalizzazione (con chiusure) degli uffici postali: il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia si è preso qualche giorno di tempo per esprimersi sui ricorsi presentati dagli enti locali del territorio contro il piano di Poste Italiane. La decisione era attesa giovedì, ma la riunione in camera di consiglio e la conseguente sentenza si fa ancora attendere.
A rivolgersi al Tar sono stati gli amministratori locali di tutta la penisola contrari alla decisione della società di tagliare numerosi uffici e di ridurre orari e giorni di apertura di moti di quelli restanti. Dalla seduta di giovedì sarebbe emersa la decisione di arrivare ad un unico giudizio definitivo su tutti i ricorsi collocati in un unico fascicolo. Nel frattempo il Tar aveva emesso una sospensiva preliminare che ha permesso a tutti gli uffici di restare aperti.
In Brianza nessun comune ha presentato ricorso, ma non mancano i problemi: a Carate Brianza, con la chiusura dell’ufficio di Agliate è rimasto aperto un solo ufficio postale per poco meno di diciottomila abitanti. Tutti i residenti della frazione hanno fatto un sit-in di protesta. A nulla era servita a febbraio la raccolta di oltre 900 firme per scongiurare la chiusura dell’ufficio, e neppure l’intervento istituzionale del sindaco Francesco Paoletti.
Gianmarco Appennini, presidente del consiglio di frazione e portavoce del tavolo di lavoro comunale dedicato alle poste dice: «La chiusura dello sportello postale di Agliate non è un problema solo di Agliate, ma lo è di tutta Carate,perché rimaniamo scoperti tutti, non solo noi della frazione. Coinvolgeremo il sindaco chiedendogli di fare ricorso al Tribunale amministrativo regionale. Sarà lui con i suoi funzionari a valutare la fattibilità dell’azione legale».