Lanci di uova alle auto blu (ma il premier non era a bordo, era già entrato da un ingresso secondario) ma anche un incontro con una delegazione sindacale e un appello a tutto il paese per l’innovazione. Si può sintetizzare così la visita di oggi pomeriggio del presidente del Consiglio Matteo Renzi alla nuova sede dell’Alcatel Lucent a Vimercate.
Il premier ha evitato il presidio sindacale all’ingresso principale dell’avveniristica sede all’Energy Park ma ha incontrato una delegazione sindacale che gli ha fatto presente la pesante situazione occupazionale del comparto della Silicon Valley vimercatese e dell’Alcatel Lucent in particolare (586 esuberi in tutta Italia). Secondo le Rsu Renzi nei pochi minuti dell’incontro non ha dato risposte certe sul futuro dei cassintegrati ma ha esortato a vedere il bicchiere mezzo pieno sottolineando che comunque la multinazionale è rimasta a Vimercate.
Un concetti ribadito dal premier poco dopo nei discorsi ufficiali e nella visita ai laboratori: «Questo intervento di innovazione è un percorso simbolico che deve fare anche il Paese. Visitando i laboratori -ha sottolineato Renzi- mi hanno colpito le parole d’ordine del team di ricerca: velocità, fiducia, semplicità e accountability. Tutti concetti che dovrebbe fare propri anche la nostra burocrazia. In Alcatel c’è una storia che ne racchiude molte altre e questo investimento è un esempio di ciò che fanno coloro che non parlano ma fanno, Ed è ciò che ci serve per il futuro: questo investimento tra dieci anni ci darà ancora lavoro”.
Il presidente del Consiglio era accompagnato dalla dirigenza di Alcatel, dal sindaco di Vimercate Paolo Brambilla e dal deputato vimercatese Roberto Rampi. Presente anche una delegazione di studenti del liceo scientifico Banfi di Vimercate.
Angela Mondellini, Segretaria generale della Fiom di Monza e della Brianza, dopo l’incontro col premier Renzi ha dichiarato: «Abbiamo spiegato al Presidente del Consiglio perché secondo noi non era opportuno partecipare all’inaugurazione della nuova sede che conterrà solo 700 dipendenti, mentre gli altri saranno oggetto di scorporo o di esubero strutturale. Gli abbiamo anche ribadito quanto per il settore telecomunicazioni sia importante riprendere gli investimenti, che devono avere una regia pubblica del governo attraverso l’implementazione dell’agenda digitale, ad oggi completamente ferma. Su questo il premier ha convenuto, ma ora occorre passare dalle parole ai fatti. Abbiamo bisogno di risposte concrete nel brevissimo tempo, perché ci sono molte persone che rischiano di perdere il posto di lavoro, e c’è l’intero settore hi tech che rischia di scomparire, o comunque di perdere la sua funzione di ecosistema industriale. La priorità di questo paese, ha concluso la sindacalista, sono gli investimenti, non tagli».