Ragazzi vestiti male e con i foruncoli: Cesano si ribella a Vecchioni

Nel suo ultimo libro il cantante ricorda così la sua esperienza di insegnamento all’Itc di Cesano negli anni Settanta. Il suo ricordo è questo: «Io venivo da Cesano Maderno, dalla diossina, da una classe di figli di operai e mobilieri che vestivano male, parlavano male, si muovevano da far schifo, non si abbronzavano mai e collezionavano foruncoli»
vecchioni_roberto1 MONZA CONCERTO ROBERTO VECCHIONI
vecchioni_roberto1 MONZA CONCERTO ROBERTO VECCHIONI Radaelli Fabrizio

Andare in biblioteca e non fermarsi allo scrittore o genere del cuore, ma scegliere un libro solo perché l’autore c’ispira, il titolo è accattivante, la copertina è particolare. Un’idea che ha stuzzicato anche Rosy Arienti, triuggese d’adozione, cesanese di nascita. A fine luglio, facendo scorrere le dita tra i volumi ordinati sugli scaffali della biblioteca comunale, non è riuscita a resistere a “La vita che si ama storie di felicità” edito da Einaudi, ultima fatica letteraria del professore, cantautore e scrittore Roberto Vecchioni.

Il libro è fresco di pubblicazione. È uscito ad aprile. Filo conduttore delle 160 pagine è la vita di Vecchioni sotto forma di ricordi come il legame con i quattro figli, il rapporto con la moglie, il padre, il cane e il suo lavoro di professore. Rosy si siede tranquilla sul divano di casa e inizia a leggere. Lo scritto è appassionante o quanto meno interessante e lo è ancora di più a pagina 55. Qui Vecchioni racconta l’emozione del primo giorno d’insegnamento al liceo Beccaria di Milano e nell’ultima riga cita Cesano Maderno. Il cantautore ha insegnato all’Itc, ragioniera, negli anni settanta. Oggi la scuola è l’Iris Versari di via Don Calabria, all’epoca aveva sede alla media Salvo D’Acquisto in piazza Duca D’Aosta. Rosy, da buona cesanese, un po’ di campanilismo nelle vene ce l’ha e così legge con molta curiosità la citazione brianzola. «La mia reazione è stata chiudere in fretta il libro e riportarlo subito in biblioteca».

Il motivo? Il ricordo del professor Vecchioni degli studenti di Cesano Maderno è questo: “Io venivo da Cesano Maderno, dalla diossina, da una classe di figli di operai e mobilieri che vestivano male, parlavano male, si muovevano da far schifo, non si abbronzavano mai e collezionavano foruncoli”. Insomma una descrizione impietosa. «Mi sono sentita profondamente offesa – prosegue Rosy – Non ero una sua allieva, ma trovo sbagliato ritrarre così i cittadini di Cesano».

Ma i diretti interessati ossia gli studenti dell’Itc di allora cosa ne pensano? Noi l’abbiamo chiesto a un personaggio noto della vita cesanese: Patrizio Russo per anni direttore di Assp. «Vecchio ha messo molto del suo, non è la realtà. Ha esagerato. L’Itc di allora era una scuola civica, quindi del comune, ma gestita dai Maristi. Erano severissimi, ci tenevano molto ai modi e all’abbigliamento. Io e tanti altri non eravamo brufolosi e camminavamo normalmente. Vecchioni oltretutto è stato insegnante di mia moglie. Lei ha un buon ricordo di lui». Abbiamo provato a metterci in contatto col professor Vecchioni. Purtroppo non abbiamo avuto alcun riscontro, ma se lui volesse dire la sua, saremmo ben felici di raccontarla, meglio ancora se venisse a Cesano come auspica Rosy: «A scusarsi con i suoi ex studenti».