I monzesi e i brianzoli sono più ricchi dei loro vicini milanesi, hanno meno difficoltà a trovare un lavoro ma sono più vecchi forse anche perché possono contare su un’aspettativa di vita più lunga. La fotografia è scattata dall’ufficio Statistica del Comune di Monza che, sulla base degli indicatori utilizzati dagli esperti del Sole 24 Ore per stilare il rapporto sulla qualità della vita nei capoluoghi di provincia italiani, ha cercato di rimediare alla dimenticanza del quotidiano economico: nonostante, infatti, Monza sia autonoma da Milano dal 2009 non compare nelle graduatorie, così come non compaiono Fermo e Barletta-Andria-Trani, promosse province nello stesso anno.
«Credo – commenta Vittorio Rossin della Statistica – che si tratti di una sorta di pigrizia mentale. Io ho a disposizione 111 indicatori mentre per il rapporto del Sole ne vengono utilizzati solo 25: Monza potrebbe essere introdotta senza troppa fatica».
Ecco, allora, che la fatica l’hanno fatta in municipio: la Brianza non è inserita nella classifica generale, quella che per la prima volta ha incoronato Ravenna la città in cui si vive meglio e Agrigento quella in cui i disagi sono più marcati, perché gli analisti del Comune hanno effettuato le comparazioni solo per alcune voci.
Affari e lavoro – Dalle classifiche riviste e corrette con i dati locali emerge chiaramente una superiorità del nostro territorio rispetto a quello milanese nel settore “affari e lavoro”: Monza, ad esempio, si piazza al 26esimo posto per numero di imprese ogni cento abitanti e con le sue 11 aziende stacca Milano che, con 10,71, è ferma sul 36esimo gradino.
Si attesta a un soffio dal podio per propensione a investire con un rapporto tra impieghi e depositi bancari di 2,17 punti che la fanno balzare alla quarta piazza contro l’1,57 dei vicini metropolitani, inchiodati alla 19esimo. La nostra area va ancora meglio se si considera il tasso di occupazione degli abitanti tra i 15 e i 64 anni: è al terzo posto con un indice di 68,2 contro il 66,55 di Milano, distaccata al decimo.
Le conclusioni, a questo punto, sono piuttosto semplici da tirare: la Brianza, nel rapporto comparirebbe nelle classifiche economiche più in alto rispetto alla settima posizione di Milano. Non insidierebbe, forse, il primato di Reggio Emilia ma potrebbe avvicinarsi a Prato e Cuneo, sugli altri gradini del podio, seguite da Brescia, Ravenna e Arezzo.
Case e pensioni – Sono, invece, più contrastanti i valori legati al tenore di vita dei due territori: entrambi si piazzano agli ultimi posti della classifica del prezzo delle abitazioni nelle zone semicentrali che mette in fila le valutazioni partendo da quelle più economiche.
Monza, con 3.005 euro al metro quadrato, è alla 99esimo posizione mentre Milano, con 4.550 euro, è alla 106esimo, ovvero alla penultima. I pensionati brianzoli sono leggermente più poveri dei loro colleghi del capoluogo lombardo e, ma si tratta di una media, sono pur sempre decimi in Italia con assegni da 1.144,13 euro al mese a fronte dei 1,375 dei loro vicini, che sono i più ricchi dopo i romani.
Milano, invece, stacca nettamente la Brianza nella classifica di Legambiente sull’ecosistema urbano: con 50,1 punti si posiziona 63esimo, ben sopra la Brianza che con 39,16 è soltanto all’89esimo.