Poste italiane tratta: congelata la chiusura degli uffici postali in Brianza

Slitta per il momento il progetto che prevedeva per la Lombardia la smobilitazione di 61 sportelli e l’apertura a singhiozzo per altri 121. Nuovo confronto il 21 aprile con Poste italiane. Ecco i criteri della Regione per tutelare i servizi più essenziali.
L’insegna di un ufficio postale della Brianza
L’insegna di un ufficio postale della Brianza

«Un primo risultato l’abbiamo ottenuto: il piano è slittato e abbiamo attivato un tavolo grazie al quale evidenziare le criticità che sono arrivate dai territori. Adesso dobbiamo lavorare per evitare le chiusure più problematiche perché la Lombardia è una regione complessa e questo aspetto orografico va tenuto conto». Così il sottosegretario Daniele Nava in audizione davanti alle commissioni Bilancio e Attività Produttive, riunione in seduta congiunta, ha fatto il punto sul piano di chiusure e razionalizzazioni presentato da Poste italiane che prevede per la Lombardia la chiusura di 61 uffici – tra cui cinque in Brianza – Vergo Zoccorino (Besana in Brianza), Capriano (Briosco) ed Agliate (Carate), Ruginello (Vimercate) e Omate (Agrate Brianza) – e l’apertura a singhiozzo per altri 121 sportelli. Complessivamente in Italia le filiali che dovrebbero essere soppresse sono 500 su 13.500.

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Nava ha annunciato che per il prossimo 21 aprile si riunirà il tavolo di lavoro regionale che, oltre a Regione Lombardia e Poste italiane, vede coinvolte anche Province e Anci. Per evitare chiusure e rimodulazioni dannose per il territorio, soprattutto per l’aspetto sociale e le ricadute che si avrebbero per le fasce più deboli della popolazione, Regione Lombardia ha individuato alcuni criteri da cui partire per arrivare a soluzioni più condivise. Gli elementi sono diversi: assenza di sportelli bancari, criticità del servizio di trasporto pubblico, Comuni soggetti a fusione, distanza tra gli uffici postali. Tutti criteri che dovrebbero portare a una valutazione meno “precipitosa” sulle chiusure. Così come si chiede che sulle aperture a singhiozzo si tenga conto della aspetti di vita sociale dei Comuni e dunque, ad esempio, che non si preveda la chiusura dello sportello proprio nel giorno di mercato. I presidenti Alessandro Colucci (Bilancio) e Angelo Ciocca (Attività Produttive) hanno evidenziato al termine dell’audizione “l’ottimo lavoro fin qui svolto e le sinergie che sono state attivate tra istituzioni e territori. Tutto questo ha permesso un risultato straordinario perché adesso c’è tutto il tempo di ragionare e valutare la situazione ufficio per ufficio, comune per comune”.