Sedici settembre 2016. Potrebbe essere una data cruciale per la Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma. L’ente, sorto nel 2005, è notissimo in città e rappresenta da anni un unicum della sanità lombarda e non solo, generato dall’esperienza di umanità e cura del Comitato Maria Letizia Verga, che assieme al San Gerardo e alla Fondazione Tettamanti fa parte della triade dei soci fondatori.
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Tra una settimana circa si terrà in Regione un vertice potenzialmente decisivo per il futuro della Fondazione. Le bocche sono cucite ovunque: al Pirellone, al San Gerardo (dove come noto essa gestisce i reparti della Clinica Pediatrica, della Clinica Ostetrica e della Neonatologia) e tra i responsabili della Fondazione medesima.
Secondo quanto risulta al Cittadino, parte di questa cautela è legata alla delicatezza di una vicenda che è ora sui tavoli della Lombardia e dei dirigenti preposti. La situazione economica della Fondazione è da tempo complessa: l’ultimo bilancio (che per legge non è tenuta a depositare) risale al 2013 e reca una perdita di circa 2,5 milioni di euro. Non risultano pubblicati sul sito quelli dei due anni successivi. A destare preoccupazione sarebbe soprattutto la posizione nei confronti del San Gerardo, che ospita la Fondazione e vanterebbe crediti non trascurabili.
Sullo sfondo, il progetto – raccontato proprio al Cittadino dal presidente Di Leo – di diventare un Irccs, cioè un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico riconosciuto per via ministeriale, il che permetterebbe di aumentare la remunerazione delle prestazioni erogate. Si tratta di un cammino complesso, sulla cui strada c’è anzitutto un piano che i dirigenti si sono impegnati a presentare presso Regione Lombardia entro appunto il 16 settembre, data in cui saranno chiamati a discuterne dopo un incontro preliminare sempre al Pirellone che, a luglio di quest’anno, ha evidenziato le criticità e i possibili sviluppi.
Cosa c’è in questo piano? Le fonti consultate spiegano sotto anonimato che il documento – a cui in questi giorni si sta lavorando – riguarderà sia aspetti puramente organizzativi, di indirizzo delle competenze e di tipologie di servizi al paziente, sia un approfondimento finanziario volto a migliorare la situazione soprattutto nei confronti del San Gerardo. In sostanza, un piano di rientro.
In questa chiave un ruolo importante sarebbe assegnato a una «donazione indiretta» effettuata dal Comitato Maria Letizia Verga in favore della medesima Fondazione e relativa alla palazzina che ospita, sul terreno dell’ospedale, il centro di cura contro le leucemie. Un atto notarile che reca la data del 31 maggio scorso certifica questa donazione, che nelle intenzioni avrebbe lo scopo di patrimonializzare la Fondazione stessa, migliorandone la situazione complessiva e favorendo uno sblocco positivo del bilancio 2015 e soprattutto del futuro dell’ente stesso. Secondo le informazioni in possesso di questo giornale, tale atto è al centro di una delicata discussione tra i tecnici e gli esperti chiamanti a verificare i numeri.
Si apre perciò una settimana importante per tutto il mondo che ruota attorno alla “MBBM”, ormai presenza inamovibile del tessuto non solo sanitario ma sociale, politico e quasi antropologico di Monza.
Il ruolo più delicato spetta alla Regione, a cui devono rendere conto le aziende ospedaliere. L’ente, con questi chiari di luna, difficilmente potrà ripianare eventuali situazioni difficili. Continueremo a seguire la vicenda passo dopo passo, come merita per la storia che la Fondazione rappresenta e il peso che ha per questa città.