«Il tema è molto delicato», premette Giulio Gallera, assessore alla sanità della Regione Lombardia che da mesi ha con evidenza sul suo tavolo il caso Fondazione, di cui il Cittadino ha rivelato perimetro e dimensioni nelle scorse settimane.
Anzi, proprio gli articoli pubblicati dal giornale hanno convinto il titolare del “ministero” del Pirellone ad accettare un colloquio a margine dell’importante incontro che il politico di Forza Italia ha tenuto in viale Elvezia, presso l’ Agenzia di Tutela della Salute diretta dal dottor Massimo Giupponi. Un meeting di due ore con i responsabili della sanità brianzola (c’erano tutti i direttori delle Aziende ospedaliere del territorio) per fare il punto sull’applicazione della riforma col direttore generale Welfare Giovanni Daverio. Non si è parlato quindi di Fondazione, anche se ovviamente il nodo è ancora tutto da sciogliere.
La vicenda
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Assessore, come va a finire?
È presto per dirlo. La responsabilità e la delicatezza della pratica mi impongono cautela. Posso dire però l’approccio della Regione e del mio assessorato sul caso, e come stiamo procedendo.
E cioè?
Per cominciare, abbiamo riattivato il nostro comitato di valutazione delle sperimentazioni pubblico/privato: un nucleo che ovviamente vale per le numerose realtà, piuttosto diffuse in Lombardia, e dunque anche per la Fondazione MBBM. Compito di questo comitato è fornire valutazioni tecniche sui documenti che avevamo chiesto e che, il 16 settembre, abbiamo ricevuto.
Però si sarà fatto un’idea. La Fondazione funziona? Il modello è giusto?
Questo comitato deve dare elementi che aiutino a rispondere alla sua domanda. Posso dire che il modello pubblico-privato trova in Regione Lombardia un sostegno pieno, che va mantenuto, valorizzato e reso efficiente. In un certo senso, la riforma è stata fatta esattamente per questo.
Veniamo al caso specifico: che quadro si è fatto?
Dal punto di vista clinico parliamo di un sistema d’eccellenza, considerato all’avanguardia non solo italiana nel campo dei tumori liquidi e della leucemia, più in generale di tutto il reparto materno-infantile. Nessuno nasconde una situazione preoccupante sui conti. Ed è altrettanto evidente che questi due elementi non possono essere considerati in maniera disgiunta. Siamo in presenza di un debito di Fondazione sopra i 13 milioni, e non ho notizie di un bilancio previsionale sul 2016. Dunque non è certo un quadro sottovalutabile.
Fondazione ha presentato a voi di Regione un piano di rientro nei confronti dell’Asst San Gerardo. Piano che non ha ricevuto una risposta positiva da parte del “creditore”…
È così. La risposta dell’ospedale è stata negativa, e di questo dobbiamo tenere conto. L’Asst pone un problema economico, sottolineato per di più con l’invio alla Corte dei conti dei dati economici da parte del collegio sindacale. Quello del dottor Stocco [direttore dell’Asst, ndr], anche per le capacità che ha sempre mostrato, è un segnale importantissimo che Regione non può ignorare. Proprio qui entra il nostro ruolo: al tavolo con l’azienda ospedaliera, il nostro direttore al Welfare e l’ATS che ci accompagna nella risoluzione della questione abbiamo il dovere di tenere insieme la difesa di una realtà d’eccellenza e la salvaguardia dei conti.
In pratica dovete salvare capra e cavoli. Domanda banale, ma necessaria: come farlo? Che soluzione intravede, o quantomeno che percorso?
Sarebbe sbagliata qualunque risposta definitiva, in questo momento. Il piano di rientro è al vaglio dei nostri uffici, e i riscontri che avremo, in aggiunta alle valutazioni del comitato prima citato, saranno i primi passi per arrivare a una soluzione.
Che tempi si aspetta?
Questo primo step dovrebbe avvenire entro fine mese. Dopodiché io credo sia ragionevole attendersi che entro l’anno solare avremo una soluzione definita al problema. Qualunque parola in più sarebbe, in questo momento, poco fondata e, nella mia veste di assessore, poco seria nel rispetto dei soggetti coinvolti.
Da settimane descriviamo due posizioni, quella di Asst e quella di MBBM, che paiono poco conciliabili. Alla fine, a chi tocca l’ultima parola?
A Regione, che se ne assume la responsabilità ed è al lavoro per questo. Per essere chiari: ho spiegato credo chiaramente il nostro approccio, ma aggiungo che è finito il tempo in cui la politica lasciava da parte elementi oggettivi di valutazione economica e “sistemava i buchi”. In passato in alcuni casi è stato così: oggi quel periodo è concluso.
Il presidente Maroni ha una posizione in merito?
Il presidente è informato e segue con attenzione l’evoluzione.
Com’è andato l’incontro di oggi (giovedì, ndr)? Che voto dà alla Brianza con la lente della riforma che ha l’onere di applicare?
La stipula del “Patto per il welfare partecipato” è la prova tangibile del grande lavoro fatto nell’applicazione della riforma. Grazie all’impegno del dottor Giupponi (direttore dell’ATS di Monza-Lecco, ndr) e di tutti i dirigenti ci sono tutte le condizioni per proseguire il cammino e mantenere questo territorio a livelli di grande qualità sanitaria. Ora il passaggio delicato è, da qui a inizio 2017, far sì che i lombardi percepiscano il processo di presa in carico delle cronicità come migliorativo dell’offerta sanitaria loro rivolta.
E il San Gerardo? Come vanno i lavori?
Siamo molto soddisfatti della prima fase, la seconda è molto complessa ma siamo in buone mani. È fondamentale per tutto il sistema che i lavori proseguano tutelando il benessere dei pazienti e della città tutta.