Un altro “scafista di terra”, l’undicesimo, è finito in carcere, bloccato a Milano dove gli investigatori del commissariato di Monza l’hanno intercettato, appena rientrato in Italia dalla Germania, Paese dove si era da poco trasferito da Monza. Strascico positivo dell’operazione Transitus e un altro pesce grosso dell’operazione è finito nella rete della polizia monzese. Tredici le persone colpite nelle scorse settimane da ordini di carcerazione – a questo punto undici quelli eseguiti – accusate di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina.
A.B.F., di origini siriane, 29 anni, fino a pochi mesi fa residente a Monza, incensurato, secondo le indagini condotte dalla polizia, il 20 ottobre del 2014 avrebbe organizzato autonomamente due trasporti di almeno dodici profughi connazionali dall’Italia alla Germania. Famiglie con minori trasportate a bordo di furgoni, spesso assiepati, da Milano alla Germania, dove ad attenderli c’erano altri connazionali. Un trasporto di quattro persone andò in porto, il secondo, di otto fu invece intercettato e bloccato dagli agenti.
A.B.F. aveva un ruolo subordinato al presunto capo dell’organizzazione, un egiziano 37enne residente a Milano, il quale, attraverso un complice, in Sicilia, in contatto con gli scafisti in partenza dall’Africa, organizzava i viaggi verso il Nord Europa alla stazione Centrale di Milano dove all’epoca dei fatti contestati era stato allestito un punto di accoglienza per i profughi.
Tuttavia, il 29enne, grazie alla comunanza di origini con i richiedenti asilo, era in grado di agire in parallelo e organizzare viaggi autonomamente. Probabilmente il suo ritorno in Italia di questi giorni era finalizzato a organizzare altri “viaggi”. Forse era convinto che fosse trascorso abbastanza tempo dagli arresti da rendere la situazione tranquilla. Invece ha trovato ad attenderlo gli agenti che l’hanno fermato nei pressi della questura milanese.