Si chiama Kamel Ben Hamida, ha 38 anni, è sposato ad una donna italiana dalla quale ha avuto 2 figli e risultava residente a Vimercate anche se viveva in alloggi tra Carnate e Usmate Velate, sempre in Brianza. Si tratta del tunisino espulso martedì dall’Italia su provvedimento del ministro dell’Interno Angelino Alfano in quanto sarebbe stato vicino all’Isis e avrebbe addirittura meditato un attentato.
LEGGI Terrorismo, il ministro Alfano espelle un tunisino residente in Brianza
In possesso di un regolare permesso di soggiorno rilasciato dal commissariato di Monza e già noto per reati comuni, fino alla seconda metà degli anni Novanta aveva frequentato assiduamente la moschea milanese di viale Jenner dove sarebbe stato in stretto contatto con l’ala radicale del centro stesso. Poi si era trasferito in Brianza dove aveva frequentato il centro islamico monzese di via Ghilini. Per poco: anche a Monza la comunità musulmana l’aveva allontanato perché il 38enne, oltre a perorare la causa dell’Isis (sarebbe stato in contatto con «foreign fighters» in Siria) avrebbe più volte manifestato odio per l’Italia e dell’Occidente.
Non solo, avrebbe anche nutrito rancore verso la moglie italiana tanto che sarebbe stato addirittura pronto ad ucciderla. Non voleva che lei convertisse i due figli al cristianesimo. Il ministro Alfano ha spiegato che Ben Hamida pensava a un’azione eclatante, al «martirio». L’espulsione è stata eseguita dalla Digos.