Tra poco meno di un anno i richiedenti asilo ospitati in Brianza potrebbero salire a 1.700. I conti, precisano dalla Prefettura, sono stati effettuati sulla base delle stime degli arrivi negli ultimi due anni e della certezza, quella sì, che aumenteranno le centinaia di migliaia di persone in fuga da guerre e miseria. Gli uffici di via Prina hanno, quindi, predisposto il bando per individuare cooperative ed enti che gestiranno l’accoglienza dal primo maggio al 31 dicembre: sul piatto ci sono 14.577.500 euro, Iva esclusa. Le imprese, anche in associazione tra loro, interessate a partecipare alla gara dovranno presentare le loro offerte entro il 2 marzo.
«I 1.700 posti – precisano dalla Prefettura – comprendono i migranti già qui». Gli stranieri che approderanno a Monza e dintorni nei prossimi mesi potrebbero essere circa 650 dato che fino a qualche giorno fa erano 1.046 e che il loro numero oscilla quasi di giorno in giorno. L’impatto dei nuovi arrivi, affermano da via Prina, dovrebbe essere assorbito senza troppe difficoltà nonostante non sia stato individuato il terzo hub da affiancare a quelli di Monza e di Agrate e alle strutture di prima accoglienza di Carate e di Limbiate. «Non dovremmo avere grossi problemi – aggiungono – nemmeno nel reperire altri appartamenti anche perché parecchi migranti cominciano a uscire dal progetto in quanto hanno ottenuto lo status di rifugiato politico, la protezione per motivi umanitari, altre forme di aiuto o i loro ricorsi sono stati respinti».
Il bando, rispetto a quelli pubblicati negli anni scorsi, prevede alcune «puntualizzazioni»: i vincitori dovranno garantire il vitto agli stranieri sia fornendo pasti pronti o alimenti da cuocere, sia distibuendo buoni spesa di almeno 5 euro al giorno. Dovranno, inoltre, assicurare l’alloggio, effettuare le pulizie dei locali e degli arredi almeno una volta a settimana e comunicare il giorno delle faccende nella domanda di partecipazione. Dovranno, poi, prevedere la disinfezione, derattizzazione e deblattizzazione degli ambienti. I progetti di integrazione non dovranno limitarsi all’insegnamento della lingua italiana ma dovranno prevedere «attività volontarie da rendere alla comunità».
Sono alcune decine, del resto, i giovani profughi che vengono coinvolti dalle associazioni di volontariato in piccole manutenzioni, sfalcio dell’erba, iniziative sportive e animazioni. Dei 35 euro al giorno stanziati da Roma per l’ospitalità, a ogni migrante ne vengono girati 2,5.