Continua il picchetto permanente iniziato giovedì mattina davanti all’Hotel Imperial di via della Repubblica, chiuso dal 1° febbraio. Gli ex dipendenti dell’albergo e il direttore non intendono arrendersi: «Se non avremo risposta entro lunedì faremo lo sciopero della fame».
L’ex direttore Flavio Savarola, insieme agli altri sei ex-dipendenti dell’hotel in gennaio avevano presentato all’Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati che amministra la proprietà, la richiesta di affidamento del bene per poterlo gestire, dopo che il gestore dell’hotel Francesco Consolazio era stato portato al carcere di Monza con una condanna di 3 anni e 8 mesi.
Erano disposti a concordare con l’Agenzia le modalità per utilizzarlo o prendendolo in gestione o come dipendenti. «L’albergo funzionava piuttosto bene e l’anno scorso ha guadagnato 480mila euro». Ad oggi non è arrivata alcuna risposta e gli ex dipendenti continuano a rimanere senza lavoro e senza 6 mesi di stipendio. L’idea del picchetto è nata per smuovere le acque. Finora nessuno si è fatto sentire ma gli ex dipendenti non hanno intenzione di demordere.
L’Hotel Imperial, che negli anni è stato spesso definito l’albergo «fantasma». Una storia di misteri, lo accompagna sin da quando fu costruito con i fondi dei Mondiali di Italia ’90. Da albergo si è poi trasformato in casa di riposo “Residence Armonia”, abusiva, poi chiusa per irregolarità. Segue un tentativo di trasformarlo in clinica e centro studi contro i disturbi alimentari, ma la società fallisce e l’edificio resta vuoto. Poi di nuovo viene acquisito da un’altra società che lo trasforma in albergo: Hotel Imperial Residence tre stelle superior con 27 camere eleganti e piscina esterna con solarium.
Ma l’Imperial è soprattutto un bene finito nel monte ereditario di Salvatore Izzo, un pluripregiudicato coinvolto qualche anno fa in indagini per contrabbando, riciclaggio, ricettazione e con una condanna per usura. E l’hotel finisce nelle mani dell’Agenzia Nazionale Beni Confiscati che ha affidato il bene Francesco Consolazio che ha gestito l’hotel fino a gennaio finendo poi in carcere.Si apre oggi un nuovo capitolo, ma Flavio Berizzi, amministratore giudiziario dei beni confiscati, contattato al telefono, preferisce non pronunciarsi sul futuro dell’albergo.