“Sono stato io a mettere il tallio”. Mattia Del Zotto, il 27enne di Nova Milanese in cella per aver avvelenato i familiari uccidendone tre, interrogato sabato 9 dicembre dal gip di Monza, Federica Centonze, ha confessato di essersi occupato “personalmente” di contaminare con il solfato di tallio gli alimenti che sapeva essere abitualmente consumati dai parenti. Lo ha fatto “sfruttando la vicinanza degli appartamenti”, il suo e quelli di nonni e zii. Al giudice ha ribadito, alla presenza del suo avvocato Silvia Letterio, di aver agito “per punire gli impuri”.
Del Zotto, arrestato mercoledì 6 sera con l’accusa di aver ucciso i nonni paterni e una zia e del tentato omicidio di altre cinque persone, tra cui i nonni materni, si era subito dichiarato colpevole.
Durante l’interrogatorio di garanzia che si è svolto nel carcere di Monza, per circa un paio di ore ha risposto alle domande del giudice. Dopo aver fornito altri particolari che completerebbero la ricostruzione di inquirenti e investigatori, ha ripetuto quel che aveva già detto mercoledì sera ai carabinieri che lo stavano arrestando. E cioè di aver compiuto il gesto per «punire persone impure», in base, si è limitato a dire il suo legale, «a una sua interpretazione dell’ebraismo e a una particolare visione che ha del mondo, della realtà e delle cose che ci circondano» L’avv. Letterio ha chiesto al gip una perizia psichiatrica «per verificare la capacità di partecipare al processo» per capire se il giovane si «è reso conto di dove si trova ora e di quello che gli può accadere».