I Sangalli sarebbero per i magistrati «l’epicentro del sistema corruttivo»: un ciclone giudiziario quello che si è abbattuto mercoledì mattina su Monza. Arrestati Giancarlo Sangalli e i tre figli, della omonima ditta con oltre mille dipendenti che si occupa di rifiuti. Secondo la Procura avrebbero versato tangenti a politici locali e funzionari pubblici per aggiudicarsi appalti per oltre 260 milioni di euro. Gli esiti delle indagini condotte dalla Guardia di finanza di Monza e Milano sono contenuti in oltre 18.500 pagine. Ventisei le persone arrestate. 15 gli indagati con obbligo di dimora. Per l’appalto raccolta rifiuti del comune di Monza, del valore di circa 127 milioni, indagati tra gli altri l’ex assessore Giovanni Antonicelli, agli arresti domiciliari, la funzionaria del comune di Monza Gabriella Di Giuseppe (in carcere) il consigliere provinciale Daniele Massimo Petrucci. Le indagini, ad ampio raggio, riguardano anche l’appalto di manutenzione da 3,5 milioni del cimitero comunale di Monza, appalti per la raccolta rifiuti di Andria e Canosa, in Puglia, e Frosinone (Lazio) e per la Metropolitana Milanese spa. Tra i politici indagati, anche il sindaco del Comune di Pioltello, Antonio Concas, accusato di aver ricevuto 20mila euro di tangente per prorogare il contratto con la Sangalli.
Monza, «Tangenti ai politici» Arrestata la famiglia Sangalli
I Sangalli sarebbero per i magistrati «l’epicentro del sistema corruttivo»: un ciclone giudiziario quello che si è abbattuto mercoledì mattina su Monza. Arrestati Giancarlo Sangalli e i tre figli, della omonima ditta con oltre mille dipendenti che si occupa di rifiuti.